Call center: ‘Bloccare la gara Poste. È antimercato’

Pubblicato il 18 Mag 2009

“Sorprende non poco la decisione di Poste Italiane di continuare
il procedimento di gara per l’assegnazione delle attività di
customer service in outsourcing, nonostante la denuncia di
Assocontact, l’associazione dei call e contact center in
outsourcing aderente a Confindustria (denuncia alla quale se ne è
aggiunta un’altra da parte delle segreterie nazionali
Cgil-Cisl-Uil di categoria). 
La denuncia dell'associazione dei call center sul bando di gara
indetto da Poste Italiane per l'assegnazione delle attività di
customer service, nasce dal prezzo d'asta fissato che
Assocontact ritiene "al massimo ribasso economico" e
"inferiore al costo di un dipendente assunto".
Secondo l'associazione, infatti, con questo prezzo "non
potrà essere rispettata l’indicazione di utilizzare solo
personale dipendente per i servizi di inbound (ricezione delle
telefonate) come stabilito e assodato ormai da tempo, sulla base
del lavoro di qualificazione del settore iniziato con la circolare
Damiano del precedente Governo e completato con l’avviso comune
conseguente firmato da Confindustria e sindacati".

A sorprendere Assocontact è anche "l’assordante silenzio
delle istituzioni di riferimento e di quelle preposte al controllo
delle procedure di appalto" che, a detta dell'associazione
"nonostante la denuncia, ancora non si sono mosse per
verificare gli effetti della gara". L'associazione,
infatti, ha anche inviato una lettera al Ministro del Walfare
Sacconi per chiedere che "le gare al ribasso
non penalizzino le imprese che lavorano seriamente"

La vicenda è inizata qualche giorno fa quando sono state aperte le
buste di offerta presentate da 8 fra società e raggruppamenti
temporanei d’impresa – tra i quali – scrive Assocontact – 
"non ci risulta vi siano nostri associati" che avrebbero
presentato un prezzo inferiore ai livelli di costo di un dipendente
assunto.

"Non ci possono essere giustificazioni di sorta" scrive
l'associazione dei call center,  "con nessun
finanziamento agevolato, con nessuna facilitazione locale, si
potrà mai arrivare a far sì che questa attività riesca a non far
perdere denaro a un’impresa che utilizzi persone regolarmente
assunte come previsto dagli accordi e dalla normativa per i servizi
inbound".

Per questo motivo il presidente di Assocontact ha convocato per la
settimana prossima "e con procedura d’urgenza la Giunta
dell'associazione proprio per decidere una reazione
dell’intero comparto a questa gara" che Umberto Costamagna
chiede "ufficialmente che sia bloccata e ripensata proprio per
non tornare indietro sul quel percorso di qualificazione e di
crescita iniziato negli anni scorsi e che ha portato, con un grande
sforzo e impegno da parte delle imprese del settore, a far sì che
oltre 24.000 collaboratori a progetto fossero stabilizzati e
trasformati in dipendenti subordinati"

"Siamo pronti a reazioni anche vigorose e importanti
(l’autoriduzione dell’Irap per le imprese associate, il ritorno
alle collaborazioni a progetto per tutti) per dare un segnale e una
risposta forte e proprio perché ci teniamo a proseguire sulla
strada della qualità e delle regole condivise e valide per
tutti" prosegue Costamagna. La gara di Poste Italiane, se
confermata, sarebbe un precedente pericoloso che aprirebbe un
tristissimo scenario per tutti: un “ritorno al passato” che
nessuno di noi vuole ma che non possiamo accettare solo per alcune
realtà.”

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