FUTURE PROOF. Il pagamento si fa mobile. Grazie all’Nfc

Pubblicato il 18 Apr 2011

Si chiamano comunicazioni di prossimità, usano la trasmissione
radio bidirezionale a 13,56 MHz su piccolissime distanze (al
massimo 10 cm) e con velocità moderata (da 106 a 424 kbit/s), e
sono conosciute con la sigla Nfc – Near Field Communications
(comunicazioni a corto raggio). I “wallet phone”
(telefoni-portafogli) sono telefoni cellulari dotati di tecnologie
Nfc introdotti in Giappone nel 2004 dall’operatore mobile Ntt
Docomo: raggiungono oggi quasi 50 milioni unità. Il telefonino
dotato di Nfc si agita (wave) o si bussa leggermente (tap) su un
Pos (point of sale), su un’etichetta elettronica (smart tag)
oppure su un cartellone elettronico (smart poster), e abilita una
serie di servizi che possono essere distinti in tre vaste
categorie.
1 – Transazioni (contactless card emulation). Includono: mobile
payment, mobile ticketing, controllo accessi e varchi, ecc.
2 – Comunicazioni peer-to-peer (P2p). Includono: trasferimento
dati bidirezionale, configurazione remota dei dispositivi, ecc.
3 – Modalità solo lettura (reader only for service discovery).
Includono la distribuzione dei contenuti, l’accesso a
informazioni, lo smart advertising, ecc.

Lo scorso anno sono stati venduti oltre 30 milioni di telefoni
equipaggiati con Nfc su un totale di circa 1,1 miliardi di unità,
mentre nel 2012 saranno immesse sul mercato circa 300 milioni di
unità, pari al 21% del totale. Il 2011 dovrebbe infatti essere
l’anno del decollo a grande scala delle tecnologie Nfc. Per
permettere transazioni sicure e quindi l’identificazione certa
del cliente, la tecnologia Nfc viene incorporata nei dispositivi
mobili insieme ad un “elemento sicuro” (Secure Element, Se) che
gestisce la crittografia. L’Se può essere realizzato dalla Sim
card, oppure da una Secure Digital (Sd) card (ambedue rimovibili),
oppure può essere integrato nel dispositivo mobile
hardware/sistema operativo (embedded Se). Chi controllerà le
credenziali degli utenti? Si preannuncia una vera e propria
battaglia per i servizi Nfc tra venditori di dispositivi mobili e
operatori cellulari, coinvolgendo anche banche e carte di
pagamento.

Google ha integrato l’Nfc nella versione 2.3 Gingerbread di
Android e lancia progetti pilota nelle principali metropoli
americane (San Francisco, Los Angeles, Washington e New York) in
collaborazione con Verifone per i Pos compatibili nei negozi. Apple
ha annunciato l’inserimento della tecnologia Nfc nelle versioni
successive di iPhone4 e iPad2, mentre Rim dovrebbe integrare
l’Nfc nei suoi dispositivi entro quest’anno. I “Facebook
phone” di Htc (Salsa e Chacha) girano su Android e hanno un tasto
Facebook, che consente di pubblicare direttamente sul social
network. Visa ha annunciato il lancio del suo primo servizio di
pagamento mobile basato su Nfc: il debutto avverrà in Malesia
quest’anno.
T-Mobile ha annunciato il lancio di servizi Nfc in Germania nel
2011 e la creazione di una Joint Venture con Verizon Wireless per
servizi Nfc negli Stati Uniti a partire dal 2012. In Italia è
recente l’annuncio del primo servizio commerciale di mobile
ticketing Nfc tra Telecom Italia e Atm Milano per i biglietti della
metropolitana. In Francia i 4 operatori mobili (Orange, Bouygues
Télécom, Sfr e Nrj Mobile) si sono impegnati a distribuire 1
milione di telefonini Nfc nel 2011 col brand Cityzi, per offrire
(tra l’altro) servizi di pagamento in accordo con 3 banche
(Crédit Mutuel, Société Générale e Bnp Paribas).

Infine, a febbraio la Gsma ha annunciato il lancio dal 2012 di una
embedded Sim (non rimovibile come l’embedded Se) che potrà
essere modificata da remoto, lavorerà in parallelo con le Sim
esistenti e permetterà il lancio dei nuovi servizi mobili P2p
dell’Internet delle cose.

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