NUOVE COMPETENZE

Informatica al liceo classico, disegno di legge al Senato

Presentato dai gruppi di Civici d’Italia e Fratelli d’Italia, prima firmataria Giovanna Petrenga, punta a rinnovare la formazione già dall’anno scolastico 2024-2025 per avvicinare gli studenti alle esigenze del mercato. Grande attenzione anche ai beni culturali

Pubblicato il 28 Ago 2023

Non solo greco e latino. A partire dal prossimo anno potrebbero entrare, nel “menu” del liceo classico, anche informatica. È quanto propone un disegno di legge presentato al Senato dai gruppi di Civici d’Italia e Fratelli d’Italia, prima firmataria Giovanna Petrenga (Cdi), dal titolo “Disposizioni per la valorizzazione del liceo classico“. Obiettivo, avvicinare gli studenti alle esigenze del mercato e rilanciare con nuove materie il liceo classico perché “allena le capacità di rigore e di logica, competenze ed abilità che permettono successivamente allo studente di raggiungere risultati eccellenti anche in materie molto lontane dalla classicità”.

Le nuove materie di studio

Il ddl prevede che a decorrere dall’anno scolastico 2024-2025, nelle scuole secondarie di secondo grado, pubbliche e paritarie, il corso di studi del liceo classico sia implementato con l’insegnamento delle seguenti materie: storia dell’arte e archeologia; legislazione dei beni culturali, diritto museale e archivistica; editoria e scrittura; informatica; una seconda lingua straniera; sociologia dei processi culturali, antropologia culturale e teoria e tecniche della comunicazione multiculturale; economia politica, elementi di diritto costituzionale; elementi di diritto internazionale e di diritto dell’Unione europea; elementi di diritto amministrativo.

Spetterà al dirigente scolastico la scelta di inserire nel piano di studi almeno due di queste nuove materie. I dirigenti scolastici, entro 120 giorni prima dell’inizio dell’anno scolastico, inoltrano al ministro dell’Istruzione e del Merito, in via telematica, una nota con le materie scelte e gli oneri di spesa da sostenere ai quali l’istituto provvede con le risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente.

Rilanciare il liceo classico

Nonostante vi sia la consapevolezza che il patrimonio culturale greco e latino abbia ricoperto “un ruolo fondamentale nel processo di formazione della cultura europea e nell’educazione delle persone colte europee”, osservano i senatori firmatari del disegno di legge, “le nuove generazioni di europei rischiano seriamente di non avere contezza del proprio passato, delle radici della civiltà e del pensiero dell’Occidente, che è un pensiero condiviso di accadimenti storici, di arte, di letteratura, di valori”.

Mentre “a livello internazionale, come forma mentis, il mondo classico è una ricchezza da non accantonare, in Italia, il centro della latinità, si opera in controtendenza: latino e greco vengono considerate lingue non più parlate, morte”.

Ancora, secondo i firmatari del disegno di legge, “nuove generazioni di laureati italiani non sono in grado di leggere il significato di una scritta in latino su un monumento al contrario di molti loro coetanei stranieri”. I numeri “non alti delle iscrizioni di studenti al liceo classico, indirizzo di studi che più degli altri rappresenta un baluardo per la difesa dell’identità e dei valori occidentali, celano una questione di grande rilevanza, una enorme criticità: una diminuzione della preparazione culturale generale delle nuove generazioni e, conseguentemente, una loro minore capacità di analisi e comprensione della realtà che li circonda”.

Allenare gli studenti a logica e rigore

Se “una parte della politica reputa il liceo classico un liceo troppo nozionistico, da svecchiare”, i senatori firmatari del ddl ritengono invece “sia opportuno e necessario rilanciare il liceo classico perché allena le capacità di rigore e di logica, di concentrazione e di astrazione, e una padronanza della lingua italiana scritta e verbale, competenze ed abilità che permettono successivamente allo studente di raggiungere risultati eccellenti anche in materie molto lontane dalla classicità”.

Ma non basta solo un intervento legislativo. “È importante un coinvolgimento dell’Unesco per valorizzare gli studi classici e le lingue latina e greca, facendole includere nella lista dei beni culturali immateriali; è opportuno agire sulla domanda e sull’offerta, facendo conoscere ai ragazzi di terza media e ai loro genitori che vale la pena iscriversi al liceo classico, una scelta che richiede molto impegno ma che lo restituisce sotto forma di successo personale; è opportuno – rimarcano i firmatari del ddl – non semplificare e sostituire il percorso di studi del liceo classico, ma potenziarlo con l’offerta di nuove materie”.

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