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Oracle, 5 papabili in lizza per il dopo-Hurd

L’azienda a lavoro per nominare il nuovo ceo. Steve Miranda, Don Johnson, Ed Screven, Loïc Le Guisquet e David Donatelli i manager sui quali si sarebbe stretto il cerchio. Ma non è escluso il passaggio totale delle consegne all’attuale numero uno Safra Catz

Pubblicato il 19 Nov 2019

Patrizia Licata

larry ellison

A un mese dalla scomparsa del co-Chief executive officer Mark Hurd, Oracle riflette senza fretta sul successore che affiancherà l’altro Ceo, Safra Catz, nel ruolo più alto. Con ogni probabilità, riporta Bloomberg, il nuovo co-Ceo sarà un interno e passerà prima per il ruolo di president, il secondo più elevato in azienda. Nel frattempo la guida del colosso americano dell’It è nelle mani di Catz e del chairman e Cto Larry Ellison. La decisione è critica perché Oracle è impegnata in una strategia di riposizionamento dell’offerta sul cloud.

Proprio Ellison, che è anche co-fondatore di Oracle e possiede circa un terzo delle quote dell’azienda, ha proposto una rosa di cinque papabili, tutti top manager che lavorano in Oracle da diversi anni. Oracle ha avuto solo tre Chief executive officer in 42 anni di storia. Ellison è stato Ceo fino al 2014 e ha passato poi il testimone a Catz e Hurd, che sono prima passati per il ruolo di president (ruolo attualmente vacante).

I papabili per la guida di Oracle

Tra i candidati proposti da Ellison ci sono Steve Miranda, 50 anni, attualmente executive vice president of applications development, e Don Johnson, EVP of Oracle Cloud Infrastructure.

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Secondo Business Insider, gli altri papabili sono Ed Screven, 55 anni, chief corporate architect; Loïc Le Guisquet, chairman for Europe, Middle East, and Africa, Asia Pacific and Japan, che ha esperienza nelle vendite; e David Donatelli, 54 anni, EVP del cloud business, che lavorava a stretto contatto con Hurd.

Per Bloomberg, in lizza potrebbero entrare anche altri top manager: Rich Geraffo, 56 anni, EVP delle vendite nella divisione Oracle North American, anche lui riporto diretto di Hurd; Andy Mendelsohn, EVP che supervisiona l’area database server technologies; e Juan Loaiza, EVP delle tecnologie mission-critical per database. Qualche analista ha ipotizzato invece un abbandono della struttura del doppio Ceo e il passaggio delle consegne alla sola Safra Catz.

Sia Catz che Ellison non fanno molte apparizioni pubbliche, mentre Hurd amava confrontarsi con i clienti e i media e aveva una forte specializzazione sulle vendite e i grandi clienti corporate, quelli che spendono decine di milioni di dollari per i programmi software di Oracle. È probabile che l’azienda voglia trovare una figura manageriale con caratteristiche simili ma anche forti competenze sul cloud, il nuovo settore strategico su cui si sta indirizzando il business del colosso informatico. Non è facile, tuttavia, a detta degli esperti, trovare una persona con l’esuberanza e il carisma di Hurd.

Sempre più cloud nel business di Oracle

La scomparsa del co-Ceo ha colpito Oracle nel mezzo di una fase complessa: il rafforzamento sul versante cloud computing, guidato proprio da Hurd e Catz, all’interno di un mercato affollato con super-competitor come Amazon e Microsoft.

A giugno l’azienda ha presentato risultati finanziari in crescita per il primo trimestre del suo anno fiscale 2020 proprio grazie al cloud, con ricavi totali a 9,2 miliardi di dollari, un dato leggermente superiore a quello dello stesso periodo dello scorso anno (+2% a valuta costante). I ricavi dei servizi cloud e del supporto licenze sono stati pari a 6,8 miliardi di dollari, mentre i ricavi delle licenze cloud e on-premise ammontano a 812 milioni di dollari. L’utile operativo Gaap  è cresciuto del 4% a 2,9 miliardi di dollari e il margine operativo Gaap del 31%. L’utile netto Gaap è stato di 2,1 miliardi di dollari.

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