L'INTERVENTO

5G, il ministro Manfredi: “Partnership pubblico-privato per spingere adozione”

“Fondi europei occasione fondamentale per lo sviluppo del Paese”. Per ridurre il digital divide necessario agire sulla diffusione delle competenze Stem e su “azioni cooperative che arrivino all’industrializzazione”

Pubblicato il 01 Dic 2020

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“Politiche coordinate e all’altezza dei tempi, che guardino a una dimensione transnazionale”. Saranno questi gli strumenti necessari a “governare la transizione verso il digitale”, pur nell’accelerazione imposta dalla pandemia. Lo ha affermato il ministro dell’Universita’ e della Ricerca, Gaetano Manfredi.

“Serve una politica dominante”

“Per rendere efficace questa profonda trasformazione tecnologica è necessaria una politica che governi gli eventi, e non si lasci governare – ha chiarito il ministro Manfredi -. Bisogna avere una capacità di visione rispetto alle nuove tecnologie: non possiamo avere una politica episodica, ci vuole una politica che guardi oltre”.
Non solo. Davanti allo scarso numero di laureati in Italia in discipline di area Stem e specializzati in digitale, fenomeno che porta ad un digital divide diffuso, Manfredi ha puntato l’attenzione sul futuro: “Quando parliamo di 5G non parliamo solo di infrastrutture ma anche di medicina tecnologia, agricoltura tecnologica, di tutti i servizi avanzati. Quindi sostenere questo sistema vuol dire passare da una scoperta all’applicazione diffusa“, ha spiegato, ricordando l’importanza del partenariato pubblico-privato. “Bisogna mettere insieme, in luoghi fisici o virtuali, azioni cooperative di ricerca che arrivino fino all’industrializzazione. È un sistema complesso di tanti attori che deve avere pero’ un’applicazione rapida in tempi ristretti”, ha spiegato il ministro, facendo riferimento anche alle ricerche sul vaccino”.

“Università e ricerca diano le giuste risposte”

Infine, sui fondi europei in arrivo con il Recovery Fund, Manfredi ha detto che “il sistema di ricerca deve essere permanente. È una sfida complessa che necessita di molti investimenti. Mi auguro che questa occasione sia colta e che sia in grado di dare al Paese una nuova visione. C’è fiducia nelle competenze, e il mondo della ricerca e dell’università deve essere capace di dare le giuste risposte“.

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