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Media for Europe al debutto, Pier Silvio Berlusconi lancia la sfida alle web company

Nasce ufficialmente il 4 settembre la nuova holding che punta a competere sul mercato europeo. L’Ad di Mediaset: “Non è scontato che saremo sempre l’azionista di maggioranza”

Pubblicato il 02 Ago 2019

L. O.

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Debutta il 4 settembre la prima “pietra” del polo Tv paneuropeo a lungo accarezzato da Mediaset: un’alleanza che punta ad arginare la concorrenza delle web company. La nuova holding, Media for Europe, avrà sede in Olanda e vedrà sotto il suo ombrello Mediaset Italia e Spagna. Ne ha parlato sulla Stampa l’ad di Mediaset Pier Silvio Berlusconi anticipando che al timone della società potrebbe esserci un altro partner. “Guardando al futuro – ha detto – non si può dare per scontato che Mediaset sarà sempre l’azionista di maggioranza”.

Berlusconi è sicuro che “altre reti televisive europee entreranno a far parte” dell’alleanza, aggiungendo tuttavia che non ci sono state trattative formali con la tedesca ProSiebenSat.1 (di cui Mediaset possiede già il 9,6%) e con l’emittente francese Tf1: “E’ un processo lungo. Stiamo parlando, ma non ci sono ancora negoziati in corso”, ha detto.

Quanto al fronte ancora aperto con Vivendi e alla possibilità di un eventuale “boicottaggio” dell’iniziativa, Berlusconi ritiene che alla fine il gruppo francese non si prendere la responsabilità di bloccare l’accordo.

Sede in Olanda, “ma lavoratori e fiscalità rimarranno nei Paesi di origine” precisa l’Ad. L’obiettivo finale è un’alleanza in grado di contrastare “gli investimenti e le dimensioni di Youtube, Google, Facebook. Mettendoci insieme potremmo investire molto di più, creando una piattaforma all’avanguardia per tecnologia e in grado con un’ avanzata raccolta dati su tutto il pubblico europeo di cavalcare la pubblicità del futuro”.

Pier Silvio Berlusconi è convinto “che dopo la nascita di Mfe altri arriveranno. Guardiamo ai Paesi europei che per dimensioni fanno la differenza”. “L’idea è che Mfe sia una società quotata e aperta al mercato, ma con una guida stabile e del mestiere. In un momento così delicato per i media, avere una strada chiara è cruciale”.

Nessuna sovrapposizione con le streaming company: “Non raccolgono pubblicità e quindi possiamo collaborare. Un broadcaster produce un programma per il proprio Paese, poi lo vende a Netflix o Amazon Prime perché lo porti nel resto del mondo. E’ già successo in Spagna con ‘La casa di carta’. In questo senso con loro stiamo già parlando”.

Quanto al piano industriale di Mediaset “sta arrivando a regime e ci ha permesso di contrastare l’assenza del calcio sui nostri canali e un mercato pubblicitario ancora in calo. Ma ora la situazione sta migliorando anche sul versante dei ricavi: ad agosto prevediamo già una raccolta pubblicitaria in crescita del 4-5% rispetto allo scorso anno. E abbiamo fiducia che in autunno, incognite della politica a parte, faremo ancora meglio”.

@RIPRODUZIONE RISERVATA

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