L'INCHIESTA

Alexa & co. nel mirino dell’Antitrust europeo

Via all’indagine preliminare sugli assistenti digitali, Siri e Google Assistant compresi. La commissione Ue mira a valutare se si possano profilare rischi per la concorrenza

Pubblicato il 17 Lug 2020

Antonio Dini

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Alexa, Google Assistant e Siri sul banco degli imputati. Per adesso, in realtà, è solo una indagine preliminare, ma presto potrebbe portare all’apertura di un procedimento vero e proprio dell’antitrust, se i regolatori europei dovessero trovare le prove che nel mercato degli assistenti vocali vengono applicate delle pratiche anti competitive. 

Il metodo non è nuovo. La Commissione europea ha già avviato altre indagini simili in passato in vari settori: e-commerce, farmaceutico, servizi finanziari ed energia. In alcuni casi sono stati portati avanti dei procedimenti contro alcune aziende dei vari settori presso gli organi competenti dell’Ue, e sono state comminate anche delle multe sostanziose.

Questa volta la Commissione vuole capire se nel mercato degli assistenti virtuali sono in corso delle pratiche anticompetitive. Lo sta facendo raccogliendo informazioni da più di 400 aziende del settore, per cercare di capire come funziona questo particolare mercato.

Il commissario alla competizione Margrethe Vestager ha detto che “l’indagine invia un messaggio importante ai potenti operatori di questo mercato, e gli dice che li stiamo osservando e che devono agire in linea con le regole sulla concorrenza”.

Secondo Vestager l’interesse dell’esecutivo comunitario è stato suscitato dalla grande quantità di dati degli utenti che vengono raccolti dai dispositivi della Internet of Things, e la Commissione si vuole assicurare che gli operatori del mercato non li usino per danneggiare la concorrenza o comunque contrastarne lo sviluppo.

“Se vogliamo rendere accessibile questo mercato – ha detto Vestager – l’interoperabilità è fondamentale”.

Vestager, in qualità di commissario europeo alla Concorrenza, è in grado di multare le aziende sino alla soglia del 10% del loro fatturato globale nel caso violino le norme antitrust dell’Ue. E Vestager nel corso degli anni ha fatto dell’industria tecnologica il fulcro delle sue attività di controllo, facendo numerosi indagini su Amazon, Apple, Facebook, Google e Microsoft.

Perché questo settore proprio adesso? Negli ultimi tempi, secondo le ricerche di mercato, c’è stato un vero e proprio boom degli smart speaker, con vendite nel 2020 in crescita del 30% anno su anno. Secondo Abi Research nel corso di quest’anno l’utilizzo dei device sarà sempre più diffuso anche per effetto delle misure di distanziamento sociale imposte per il contenimento del contagio da Coronavirus. Abi Research sottolinea anche come la domanda di device di questo tipo sia stata notevole già nel 2019, con 141 milioni di unità distribuite.

@RIPRODUZIONE RISERVATA

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