FISCO

Amazon e il caso “zero tasse” pagate in Usa: ecco perché

Un mix di crediti fiscali per gli anni di bilanci in negativo, incentivi grazie ai pagamenti in stock option ai dipendenti e i rimborsi degli investimenti per la ricerca e sviluppo

Pubblicato il 05 Apr 2019

Antonio Dini

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Negli Usa ci si comincia a chiedere: abbiamo un problema di equità della tassazione per le grandi aziende? Perché quest’anno la sorpresa che Amazon paghi zero dollari di tasse federali nonostante abbia registrato 11 miliardi di dollari di profitti prima delle tasse (e a quanto pare, anche dopo) sta suscitando polemiche. La ciliegina sulla torta sono i 129 milioni di rimborsi fiscali dovuti all’azienda di Seattle da parte del governo federale. Cosa sta succedendo?

C’è un colpevole, anche se le polemiche di queste settimane non lo tirano in ballo: è la piccola riforma del fisco voluta dai Repubblicani, che nel 2017 hanno dato una sforbiciata alle tasse per le aziende. Ma c’è anche altro. Ad esempio, le perdite accumulate negli anni quando l’azienda non era (di misura) profittabile, che si sono accumulate nella forma di credito fiscale. E poi ci sono i giganteschi investimenti che il, colosso dell’e-commerce riesce a documentare come spese per la ricerca e sviluppo. E i pagamenti ai dipendenti nella forma delle stock option, che hanno un altro regime fiscale favorevole.

Insomma, uno sconto qui, un rimborso là, e alla fine l’azienda che ha fatto un volume di utili equivalente al Pil del Montenegro, non solo non paga le tasse, ma si trova a incassare anche un rimborso di dimensioni generose.

Ma l’azienda fondata da Jeff Bezos non è l’unica che riprende soldi anziché versane al fisco americano. Ad esempio, anche General Motors ha riportato una situazione fiscale federale per il 2018 con un beneficio netto, vale a dire che ha incassato e non pagato dei soldi. E non è neanche una tendenza mai vista prima. Altre aziende hanno avuto questo tipo di benefici fiscali a partire dal 2008: da Southwest Airlines a Goldman Sachs, la fiscalità federale degli Stati Uniti ha concesso dei margini di manovra inediti e soprattutto controintuitivi, al punto da far chiedere a molti se per caso adesso il sistema non sia decisamente sbilanciato.

Amazon ha dichiarato a Cnbc, che negli Stati Uniti sta sollevando la questione, che “L’azienda paga tutte le tasse che è tenuta a pagare negli Usa e in tutti gli altri paesi in cui opera. Paga ad esempio 2,6 miliardi di dollari di corporate tax e 3,4 miliardi di dollari di spese fiscali spalmate sugli ultimi tre anni”. Amazon fa notare anche che i suoi investimenti stanno creando un consistente numero di posti di lavoro negli Stati Uniti.

@RIPRODUZIONE RISERVATA

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