IL CASO

Gli Stati Usa uniscono le forze per indagare sulle big tech

Dopo le indagini federali scendono in campo anche i procuratori. Obiettivo: accertare se le grandi piattaforme online utilizzino il proprio potere per penalizzare i player più piccoli. In prima fila gli uffici giudiziari di Carolina del Nord, Mississippi e Texas

Pubblicato il 20 Ago 2019

A. S.

giustizia

Le preoccupazioni sugli effetti distorsivi che i giganti di Internet potrebbero avere sulla concorrenza stanno portando anche i singoli Stati americani ad aprire inchieste antitrust di Facebook & Co. Attività che vanno ad affiancarsi a quelle già in piedi e promosse dalle autorità federali, come ad esempio il dipartimento della Giustizia e la Federal Trade commission.

Per essere più efficaci e razionalizzare le attività, inoltre, i procuratori di diversi Stati Usa stanno coordinando le proprie indagini antitrust, in modo da procedere affiancati. I contatti tra di diversi Stati sarebbero però ancora in una fase iniziale, e prima che l’indagine possa effettivamente vedere la luce potrebbero passare diversi mesi, anche se l’annuncio ufficiale potrebbe arrivare già alla fine dell’estate.

Ad anticipare la notizia è il Wall Street Journal, secondo cui l’indagine congiunta vedrebbe il supporto di procuratori sia democratici sia repubblicani, a partire da quelli di Carolina del Nord, Mississippi e Texas. L’idea sarebbe nata poche settimane fa, a luglio, quando i pubblici ministeri di una dozzina di Stati hanno raggiunto Washington per incontrare i vertici del dipartimento di Giustizia per un primo scambio di opinioni sui loro timori in merito ai possibili danni alla concorrenza derivanti dal potere acquisito dai giganti del web. A quell’incontro sono seguite dichiarazioni degli uffici dei procuratori, in cui i vertici giudiziari di Carolina del Nord, Mississippi e Texas esprimevano preoccupazioni sul rischio di monopolio che potrebbe essere provocato delle big tech.

Proprio su questi stessi punti è al lavoro il dipartimento di Giustizia usa, che ha messo ne mirino le attività di Alphabet, la holding di riferimento di Google, e Facebook, anche in merito al suo annuncio di voler integrare le attività del social network, di Instagram e Whatsapp. Obiettivo del ministero, anche in questo caso, è accertare che piattaforme online, social network, motori di ricerca e siti commerciali non danneggino la concorrenza, o se fosse così chiedere loro di porre rimedio alla situazione anche con iniziative giudiziarie.

@RIPRODUZIONE RISERVATA

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!