L'INTERVISTA

Apple Pay sorvegliato speciale della Ue. Vestager: “Non esclusa inchiesta”

La commissaria Antitrust: “Per ora nessuna indagine ma se arrivassero esposti formali saremo pronti ad intervenire”. Google ancora nel nel mirino per la local search

Pubblicato il 11 Dic 2018

Patrizia Licata

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Apple Pay non ha potere dominante, ma se arriveranno esposti formali Bruxelles rimetterà mano ai fascicoli sul servizio di pagamento degli iPhone. Anche Google e Amazon restano nei radar di Bruxelles, rispettivamente per il dominio nella search e l’uso dei dati dei merchant. Lo ha detto la numero uno dell’antitrust Ue, Margrethe Vestager, in un’intervista con Reuters.

Il servizio Apple per i pagamenti mobili, lanciato a ottobre 2014, è disponibile in dieci paesi dell’Unione europea, tra cui l’Italia. I critici sostengono che il chip Nfc inserito negli Apple iPhone fa sì che Apple Pay venga selezionato automaticamente quando chi possiede un iPhone paga in modalità mobile, ostacolando l’accesso ai servizi di pagamento da cellulare di aziende rivali.

La Vestager ha detto di aver svolto un’analisi preliminare su Apple Pay e ha concluso per ora che Apple non è un player dominante. “Ciò non esclude che in futuro potremo tornare a studiare la questione più approfonditamente”, ha aggiunto. “Quando abbiamo valutato il servizio tempo fa non abbiamo trovato elementi tali da giustificare l’avvio di un’inchiesta“. Ovviamente, ha concluso la Vestager, “se ci fossero degli esposti formali ne terremmo subito conto perché l’intero mercato dei pagamenti è molto rilevante”.

La commissaria Ue alla concorrenza ha confermato le review aperte su Amazon: a settembre l’ufficio della Vestager ha messo nel mirino le pratiche commerciali del colosso dello shopping online nel sospetto che “copi” i prodotti di maggior successo che le aziende rivali vendono sulla sua piattaforma online. Per chiarire questo aspetto, l’antitrust Ue ha inviato ai merchant che usano il sito di Amazon un questionario di 16 pagine da compilare e rispedire a Bruxelles.

Nei confronti di Amazon l’ufficio della Vestager ha aperto anche una “indagine preliminare” sospettando un possibile “uso illecito” dei dati dei rivenditori. Ancora una volta è stato inviato un questionario ai merchant in cui si chiede di indicare se usano strumenti di data-sharing, per esempio per l’ottimizzazione delle vendite, forniti da Amazon e che finiscono col dare al colosso dell’e-commerce un prezioso bacino di dati su quello che fanno i suoi rivenditori/rivali.

La Vestager ha riferito di aver ricevuto “montagne di dati” dai merchant di Amazon e ha sottolineato che tali informazioni sono essenziali per costruire un dossier. “Per noi è importante partire nel modo giusto perché, se apriamo un’inchiesta, vogliamo essere in grado di procedere velocemente”.

Il faro resta acceso anche su Google: la Vestager ha detto che sta valutando, tramite questionari inviati ai rivali di Google nella ricerca Internet, se il gigante americano slealmente taglia fuori i concorrenti della search locale. Potrebbe essere un quarto caso antitrust contro Google, ha affermato la commissaria, chiarendo però che l’indagine è solo agli inizi e che l’ufficio antistrust europeo sta ponendo domande ai rivali di Google “senza alcun pregiudizio”.

Negli ultimi 18 mesi la violazione delle regole dell’Ue riconosciuta dalle autorità europee è costata a Google un totale di 6,8 miliardi di euro di multe: sotto la lente la posizione dominante nello shopping comparativo, nel sistema operativo mobile Android e nella visualizzazione dei messaggi pubblicitari (caso AdSense).

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