FISCO

Caso Apple, l’Irlanda contro la Ue: appello contro la tassa da 13 miliardi $

Il governo di Dublino contesta la decisione dell’Antitrust europeo che ha chiesto di recuperare i soldi non versati. Al via un braccio di ferro che potrebbe durare anni

Pubblicato il 10 Nov 2016

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Il governo irlandese fa appello contro la decisione dell’Ue che ha chiesto a Dublino di recuperare da Apple 13 miliardi di tasse non versate. Come preannunciato già a settembre da alcune testate, l’Irlanda ha presentato appello contro la richiesta dell’Antitrust europeo. Mentre il commissario Margrethe Vestager è convinta che Apple abbia ricevuto da Dublino favori in materia fiscale che hanno dato alla Mela un vantaggio sleale sulla concorrenza, sia l’Irlanda che Apple sono convinte di aver agito nel pieno rispetto delle regole.

“Il governo non condivide l’analisi della Commissione europea e non ha altra scelta che appellarsi”, ha dichiarato il ministro delle Finanze irlandese Michael Noonan.

L’appello, presentato alla General Court, la corte suprema in fatto di appelli per l’Unione europea, potrebbe essere l’inizio di un lungo e complesso braccio di ferro tra le autorità europee, il governo irlandese e Apple, perché occorrono fino a 18 mesi per la General Court per prendere una decisione e la sua pronuncia potrebbe essere di nuovo oggetto di appello presso la Corte di Giustizia europea. Inoltre Apple sta studiando un appello separato.

L’Irlanda ha molto da perdere dal giro di vite europeo sulle agevolazioni fiscali: il regime favorevole garantito da Dublino ha attratto nel paese centinaia di aziende estere, creato migliaia di posti di lavoro e portato centinaia di milioni di investimenti annuali. La crescita dell’Irlanda potrebbe essere a rischio se le tasse sui redditi corporate saranno alzate.

Le aziende straniere attive in Europa guardano con attenzione l’evolversi della disputa tra Dublino, Apple e l’Antitrust Ue: diversi gruppi americani sono stati accusati dalle autorità europee di sfruttare regimi fiscali favorevoli e complessi meccanismi societari e contabili e di aver così evitato di pagare le dovute tasse ai singoli Stati. Starbucks è già stata multata per circa 34 milioni di dollari per un accordo fiscale ritenuto illegittimo ottenuto in Olanda e ora nel mirino dell’Antitrust Ue ci sono McDonald’s e Amazon, su cui dovrebbero arrivare delle decisioni nel giro dei prossimi mesi.

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