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Chip, la Ue dà l’ok all’Italia: 292,5 milioni per STMicroelectronics

I fondi destinati alla realizzazione di una fabbrica di wafer di silicio a Catania per la quale è previsto un investimento totale di 730 milioni. In cantiere 700 assunzioni. La Commissione: “La misura rafforzerà la sicurezza dell’approvvigionamento, la resilienza e la sovranità digitale dell’Europa nelle tecnologie dei semiconduttori”

Pubblicato il 05 Ott 2022

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L’Italia ha il via libera della Commissione europea alla misura da 292,5 milioni di euro per sostenere il produttore di chip Stmicroelectronics nella costruzione di un impianto in Sicilia.

Bruxelles ha concesso il disco verde in base alle norme in materia di aiuti di Stato. L’aiuto consiste in una sovvenzione diretta di 292,5 milioni messa a disposizione attraverso lo Strumento per la ripresa e la resilienza (Recovery and resilience facility-Rrf) a sostegno dell’investimento di 730 milioni di euro di Stmicro per la realizzazione di una fabbrica di wafer in carburo di silicio (Sic) a Catania.

Il progetto, che dovrebbe essere completato nel 2026, sarà la prima linea di produzione integrata di wafer epitaxy Sic su scala industriale in Europa e include l’assunzione diretta di 700 persone.

A Catania i chip per la transizione digitale e verde

“La misura rafforzerà la sicurezza dell’approvvigionamento, la resilienza e la sovranità digitale dell’Europa nelle tecnologie dei semiconduttori, in linea con le ambizioni stabilite nella comunicazione ‘European Chips act’. La misura contribuirà inoltre a realizzare la transizione digitale e verde“, si legge nella nota della Commissione europea.

Il Sic  è un materiale composto utilizzato per produrre wafer (una sottile fetta di materiale semiconduttore)che fungono da base per microchip specifici utilizzati in dispositivi di potenza ad alte prestazioni, come veicoli elettrici, stazioni di ricarica rapida, energie rinnovabili e altre applicazioni industriali.

La misura italiana approvata oggi rafforzerà la supply chain dei semiconduttori europei, aiutandoci a realizzare la nostra transizione verde e digitale”, ha commentato la vice presidente esecutiva Margrethe Vestager, responsabile della politica per la concorrenza. “La misura garantirà che il nostro settore abbia una fonte affidabile di substrati innovativi per chip ad alta efficienza energetica. Sono necessari per i veicoli elettrici, le stazioni di ricarica e altre applicazioni che svolgono un ruolo importante nella transizione verde. Inoltre, la misura creerà opportunità di lavoro altamente qualificate in Sicilia, limitando al contempo possibili distorsioni della concorrenza”.

STMicro in Sicilia, 700 assunzioni in vista

Il progetto Sic di Stmicro integrerà nello stesso impianto di produzione l’intera catena del valore del substrato Sic, vale a dire dalla produzione della materia prima (“polvere Sic”) alla produzione dei wafer. I wafer Sic saranno pronti per un ulteriore utilizzo a seguito di un ulteriore processo di trattamento presso l’impianto che ne migliora le capacità tecniche (i cosiddetti “epiwafer Sic”).

In linea con la misura italiana, Stmicroelectronics ha convenuto di soddisfare gli ordini prioritari dell’Ue in caso di carenza di approvvigionamento, investire nello sviluppo della prossima generazione di microchip e continuare a contribuire al rafforzamento dell’ecosistema europeo dei semiconduttori.

Italia strategica per i semiconduttori europei

“È una notizia che attendevamo da tempo”, è il commento di Pietro Nicastro, Segretario generale della Fim Cisl della Sicilia. “Per il territorio di Catania rappresenta un riconoscimento importante che conferma il ruolo strategico del sito produttivo non solo per la Stmicroelectronics ma per l’intero comparto dei semiconduttori in Europa. I previsti 700 nuovi posti di lavoro dovranno principalmente coinvolgere i giovani del territorio. Auspichiamo che le collaborazioni di ricerca e formazione con l’ Università e gli istituiti tecnici aumentino per qualificare le competenze dei lavoratori e diventare un polo di eccellenza per tutto il paese”.

“Finalmente un provvedimento concreto della Comunità Europa”, sostiene Massimiliano Nobis, segretario nazionale della Fim Cisl, “il primo sul nostro paese dopo l’annuncio piano 2030 Digital Compass, che si propone di produrre in Europa un quinto dei chip del fabbisogno mondiale entro la fine del decennio con investimento complessivo di 20 miliardi di euro. È un provvedimento che sostiene i processi legati alla transizione verde e che pone attenzione all’occupazione. Ci attendiamo altri provvedimenti a sostegno dell’industria dei chip nel nostro Paese”.

Bruxelles: “Effetto incentivante, più resilienza alla supply chain”

L’ok della Commissione europea arriva in virtù dell’impatto positivo sulla catena del valore europea dei semiconduttori e del suo “effetto incentivante”, in quanto i beneficiari non effettuerebbero gli investimenti senza il sostegno pubblico. Inoltre, la misura italiana “facilita la costruzione di un nuovo impianto che è primo nel suo genere in Europa. Infine, per Bruxelles la misura ha un impatto limitato sulla concorrenza e sugli scambi all’interno dell’Ue. In particolare, è necessario e opportuno garantire la resilienza della catena di approvvigionamento europea dei semiconduttori”.

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