LA RICERCA

Cloud storage, aziende impreparate alla protezione dati

Lo studio di Ctera networks: security e business continuity preoccupazioni principali delle società. Mauro Antonangeli: “Con le nuove esigenze di sicurezza i tool di backup tradizionali diventano insufficienti per proteggere le applicazioni critiche”

Pubblicato il 18 Ott 2016

A.S.

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Per quanto le aziende continuino a migrare i flussi di lavoro verso il cloud a ritmi sostenuti, la protezione delle applicazioni e dei server non si è abbastanza evoluta per rispettare le esigenze di “business continuity” e disponibilità dei dati. E’ quanto emerge dalla nuova ricerca di Ctera Networks, società specializzata nel cloud storage enablement, che evidenzia come le strategie aziendali per la protezione dei dati spesso non siano allineate alla modernizzazione IT, quindi prima di tutto alle nuove esigenze dettate dal cloud computing.

Lo studio, commissionato a Vanson Bourne, esamina le strategie di protezione dati di 400 decision maker IT e specialisti IT all’interno di aziende statunitensi, tedesche e francesi che si avvalgono del cloud. Il report analizza i vantaggi e i punti deboli delle strategie di backup attuali ed esamina l’impatto di pratiche di backup inadeguate sulla “business continuity”.

Dalla ricerca emerge che le aziende si stanno spostando rapidamente verso il cloud per ottenere benefici in termini di efficienza, scalabilità in tempo reale e risparmio sui costi. Oltre due terzi (67%) delle aziende scelgono il cloud per il deployment di più del 25% delle loro applicazioni, mentre il 37% prevede di accrescere l’utilizzo del cloud di almeno il 25%. Inoltre, il 54% delle aziende sta adottando una strategia di cloud ibrido, che si avvale di servizi sia on-premises che cloud.

Nonostante questo, “due aziende su tre (66%) – spiega in una nota Ctera Networks – sono completamente o abbastanza d’accordo nel ritenere che ci sia meno attenzione verso il backup delle applicazioni nel cloud, a causa dell’errata convinzione che il cloud sia intrinsecamente resistente rispetto agli ambienti on-premises. Ciò non sorprende, considerando che il 62% delle aziende assegna ai cloud provider la responsabilità di eseguire il backup delle applicazioni che girano sulle loro piattaforme”.

Con l’aumento delle applicazioni Enterprise che vengono spostate sul cloud, e con il diffondersi di minacce come il “ransomware”, il 39% degli intervistati è principalmente preoccupato dalla “business continuity”, mentre il 71% delle aziende considera la disponibilità e la protezione dei dati fra le maggiori sfide nel passaggio verso il cloud.

Da queste preoccupazioni emerge l’esigenza di definire da subito una strategia cloud corretta: oltre un terzo del campione intervistato (il 36%), afferma che la perdita di dati nel cloud risulterebbe più catastrofica rispetto a un crash del proprio data center.

“Lo spostamento delle aziende al di là dei data center tradizionali ha riscritto le regole del gioco per quanto concerne la protezione dei dati nel cloud – afferma Donato Antonangeli, regional Director di Ctera – Con le aziende che adottano strategie cloud e multi-cloud, i tool di backup tradizionali diventano insufficienti. La nostra ricerca mette in luce le principali sfide e considerazioni inerenti la protezione dei dati per le aziende, che ricercano soluzioni semplici, efficienti e automatizzate per proteggere le proprie applicazioni critiche basate su cloud”.

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