IL CONTRATTO

Cloud per il Pentagono, pioggia di ricorsi: ora tocca ad Amazon

L’azienda di Jeff Bezos contesta errori e pregiudizi nella gara per Jedi vinta a ottobre da Microsoft Azure. Anche Oracle ha fatto causa contro la procedura d’appalto, puntando il dito su “conflitti di interesse tra la Difesa e Aws”

Pubblicato il 15 Nov 2019

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Sul maxi-appalto Jedi per il cloud del Pentagono Amazon ricorre alle vie legali. L’azienda di Jeff Bezos ha informato gli uffici competenti della U.S. Court of federal claims che intende presentare causa contro la decisione del dipartimento della Difesa di assegnare a Microsoft Azure anziché ad Amazon Aws il contratto da 10 miliardi di dollari dopo una lunga gara.

“Numerosi aspetti del processo di valutazione di Jedi contengono manchevolezze, errori e pregiudizi evidenti, ed è importante che tali aspetti siano esaminati e rettificati”, ha dichiarato un portavoce di Amazon alla testata Cnbc.com.

Una gara controversa

Amazon era sempre apparsa come la candidata più probabile a ottenere l’appalto cloud. La Difesa Usa aveva segnalato di desiderare un fornitore unico piuttosto che dover integrare tecnologie di più provider per assicurarsi un’implementazione rapida e omogenea. Questo ha messo Amazon e il suo cloud in una corsia preferenziale. Il fatto di gestire già una parte del cloud della Cia nel territorio degli Stati Uniti era un vantaggio ulteriore per Aws.

Ma i concorrenti – in gara inizialmente c’erano anche Oracle, Ibm e Google, poi la rosa si è ristretta ad Amazon e Microsoft – si sono lamentati di termini di gara disegnati, a loro dire, esattamente per favorire l’azienda di Bezos.

Le accuse di conflitto di interesse e pregiudizio della gara arrivate dai rivali di Amazon hanno finito con l’attrarre l’attenzione del presidente Donald Trump, che ad agosto ha chiesto di mettere la gara in stand-by e di rivedere termini e procedure. Alla fine, con un esito inatteso, il Pentagono ha assegnato il contratto a Microsoft. La decisione è stata comunicata il 25 ottobre; i media Usa avevano subito anticipato che Amazon avrebbe cercato la rivalsa in tribunale. I top manager di Aws hanno definito l’esito della gara “sorprendente”, visto che “una valutazione dettagliata e puramente comparativa delle due offerte porta chiaramente a un’altra conclusione”.

Anche Oracle ha fatto causa

Anche Oracle ha più volte tentato di contestare in tribunale i termini della gara Jedi da cui si è trovata a un certo punto esclusa. Ancora a inizio mese, gli avvocati dell’azienda fondata da Larry Ellison hanno presentato una memoria nella quale si sostiene che a far “corrompere” il processo di selezione degli appaltatori per il progetto Jedi sia stato il conflitto di interessi di tre funzionari del dipartimento della Difesa Usa con Aws.

Oracle afferma che a due funzionari del Dipartimento della Difesa sono stati offerti posti di lavoro presso Amazon mentre lavoravano al contratto e che un altro era un ex consulente Aws che lavorava al progetto Jedi anche se l’ufficio etico dell’agenzia gli aveva consigliato di ricusarsi su questioni riguardanti Aws.

Aws punta al nuovo contratto con la Cia

Cnbc.com fa notare che, per quanto importante, l’appalto Jedi per Amazon è una perdita relativa: l’azienda di Bezos, con la sua divisione cloud Aws, ha fatturato 9 miliardi di dollari solo nell’ultimo trimestre. La battaglia legale servirà ad Amazon per dimostrare che non si lascia intimidire, ma dal punto di vista del business l’azienda con tutta probabilità punterà ora a vincere una serie di nuovi contratti da parte della Cia, che sta progettando di potenziare il suo utilizzo del cloud con un investimento previsto per il 2020 e gli anni successivi di varie decine di miliardi di dollari. Attualmente Amazon ha già un contratto con la Cia dal valore di 600 milioni di dollari.

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