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Data tracing, Bruxelles convoca le telco. E studia una nuova digital strategy

Incontro fra il Commissario Breton e i rappresentanti delle maggiori compagnie europee: sul tavolo la gestione dei dati dei consumatori per gestire al meglio la prevenzione dei contagi da Coronavirus e organizzare le forniture mediche. L’Europa pronta anche a ripensare la strategia sull’intelligenza artificiale

Pubblicato il 24 Mar 2020

Patrizia Licata

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La Commissione europea vuole i dati dei clienti mobili delle telco per aiutare a prevedere la diffusione del coronavirus. Il commissario Ue al mercato interno Thierry Breton ha sentito in conference call i top manager delle aziende di telecomunicazione europee e ha chiesto di fornire i dati anonimizzati e aggregati dei loro utenti mobili per aiutare a tracciare e arginare l’epidemia di Covid-19. Lo riporta la testata Politico sulla base di fonti vicine alla Commissione europea.

Il piano di Bruxelles è per ora una bozza ma permetterebbe alla Commissione, non alle telco, di gestire il modo in cui i dati sono usati e darebbe alle autorità dell’Ue il controllo dei metadati su centinaia di milioni di smartphone nel nostro continente. In questo modo l’esecutivo Ue sarebbe responsabile penalmente se le informazioni digitali così raccolte fossero oggetto di abuso o hacking.

Un solo operatore per paese Ue

Breton ha spiegato che la Commissione europea ha bisogno dei metadati aggregati per seguire la diffusione del virus e per capire in quali aree c’è più urgente bisogno di forniture mediche. Il commissario ha anche detto che per ogni paese Ue verrà selezionato un solo operatore telecom e che Bruxelles intende agire rapidamente.

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Il piano dell’Ue rispetterà le norme della e-privacy e la General data protection regulation (Gdpr), ha assicurato Breton. Sarà inoltre coinvolto il Garante europeo della protezione dei dati (European Data Protection Supervisor).

Già la scorsa settimana Breton aveva anticipato che la Commissione stava lavorando a questa misura e aveva specificato che i dati verranno usati solo per contenere la diffusione del coronavirus, non per controllare se le persone nei singoli stati Ue stanno rispettando le misure di contenimento e isolamento.

Digital strategy alla prova del coronavirus

L’emergenza coronavirus sta portando la Commissione europea a ripensare anche la sua strategia digitale: alcune azioni legislative considerate prioritarie prima della pandemia potrebbero essere rinviate o modificate. In particolare la consultazione sul libro bianco dell’AI sarà probabilmente posposta, secondo il Financial Times.

L’intenzione dell’Ue era finora di chiedere utilizzare per gli algoritmi di intelligenza artificiale in Europa solo dati europei, ma adesso l’urgenza di mettere a punto un vaccino contro il coronavirus evidenzia i limiti di tale posizione, come ha sottolineato al FT una fonte della Commissione: servono dati globali per nutrire i cervelloni artificiali chiamati a lavorare il più velocemente possibile.

Bruxelles ha replicato che non ha ancora deciso se aprire le porte ai dati globali negli algoritmi di AI, ma sicuramente sta valutando l’importanza di disporre di dati di qualità in tempi rapidi per le applicazioni più critiche dell’intelligenza artificiale.

Anche le nuove regole per le piattaforme Internet e le loro responsabilità penali in caso di pubblicazione di contenuti illeciti saranno discusse più in là nel corso dell’anno. È già stata rinviata la pubblicazione del codice di condotta contro l’hate speech online; secondo il FT probabilmente slitterà anche la revisione delle norme sulla e-privacy. L’intenzione di Bruxelles è cercare di rispettare gli impegni presi per il 2020, ma l’emergenza coronavirus costringe a monitorare l’evoluzione della pandemia e a modificare, se necessario, le priorità.

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