SCENARI

Digitale per la ripresa, c’è fame di Ceo con competenze tech

Secondo un’indagine di Vanson Bourne per l’81% dei vertici aziendali serve un cambio di passo nella leadership per spingere il business nell’era post-Covid. “Competenze tech trasversali ai settori”

Pubblicato il 27 Lug 2020

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Più tecnologia ai vertici delle aziende per mantenere la rotta verso la ripresa. Emerge dalla ricerca realizzata da Vanson Bourne commissionata da VMware, secondo cui le posizioni di Ceo e di leadership dovrebbero essere ricoperte da persone con un’esperienza nel settore tecnologico, se si vuole che le aziende abbiano più successo, secondo l’81% dei vertici aziendali in Italia e quasi i tre quarti (71%) in tutta l’area Emea. “Avere la tecnologia nel Dna insieme a una digital foundation abilitata dal software rappresenta una combinazione vincente” si legge nello studio.

Più efficienza e innovazione

Nell’identificare i benefici specifici, il 51% dei responsabili aziendali italiani evidenzia un miglioramento dell’efficienza in tutta l’organizzazione, il 44% riconosce una maggiore agilità, il 42% un maggiore potenziale di innovazione e il 40% una migliore esperienza dei clienti.

“I responsabili aziendali non sono mai stati coinvolti in così tanti cambiamenti come negli ultimi mesi, e così dirompenti – dice Ed Hoppitt, Emea Director Modern Apps and Cloud Native Platforms di VMware -. Quindi, chi ha una conoscenza intrinseca della tecnologia e una comprensione di come le applicazioni possano aiutare ad adattarsi a qualsiasi condizione di mercato e a disegnare le prestazioni e aumentare la resilienza ha un reale vantaggio”.

Ancora, secondo Phares Kariuki, Ceo di Node Africa, “che si tratti di sanità, manufacturing o finanza, un’enorme parte del business è abilitata alla tecnologia. E per questo motivo, oggi le persone migliori per guidare le organizzazioni sono quelle con un background tecnologico. Chi altro può ideare meglio strumenti e servizi competitivi per far interagire i clienti?”.

Agilità, una priorità nel new normal

Questo perché la trasformazione digitale è stata confermata come aiuto per i leader e le loro organizzazioni ad adattarsi alle dinamiche di mercato in rapido cambiamento, ai modelli di business in evoluzione e alla mobilità dei dipendenti, specialmente nel particolare momento storico che stiamo vivendo.

Non basta: secondo lo studio le organizzazioni hanno tratto vantaggio dall’uso di applicazioni per adattare e mantenere l’agilità e l’affidabilità durante la pandemia da Covid-19, e allineare agli stessi obiettivi i diversi reparti.

“Le moderne applicazioni – si legge nel report – non solo aiutano le organizzazioni a operare e a mantenere la loro agilità e affidabilità durante l’emergenza, ma sostengono anche gli sforzi di trasformazione digitale”.

In particolare più della metà (57%) ha evidenziato il ruolo delle moderne applicazioni per consentire ai dipendenti di lavorare da remoto, dato che in Italia ha raggiunto ben il 72%, la percentuale più alta in Emea; più di un terzo ha fatto riferimento alla capacità di dare continuamente impulso agli aggiornamenti in risposta al panorama mutevole (39% in Emea, 41% in Italia); il 33% degli intervistati in Emea, il 26% in Italia, ha evidenziato la capacità di ridurre i costi.

Aggiornamento delle applicazioni

Inoltre, più di tre quarti (80%) degli sviluppatori di applicazioni e dei leader tecnologici dell’area Emea ritengono che, senza una modernizzazione efficace delle applicazioni, le organizzazioni non saranno in grado di offrire ai clienti un’esperienza ottimale. A ciò fanno eco i top manager, con l’88% di questi che ritiene che l’evoluzione dei portafogli di applicazioni migliorerà l’esperienza del cliente, che è direttamente legata alla crescita dei ricavi.

Secondo gli sviluppatori e gli IT decision makers la modernizzazione delle app porta a una migliore user experience, un incremento delle performance del software, un uso più efficiente del tempo di sviluppo di app/software.

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