L'APPROFONDIMENTO

E-fattura, la sfida digitale si vince sulle Pmi. Consulenza “su misura” la chiave di volta

A sei mesi dall’entrata in vigore dell’obbligo di fatturazione anche tra aziende private (B2B) i file inviati tramite Sdi – Sistema di Interscambio – superano il miliardo. Resta, però, uno zoccolo duro di piccole e medie imprese che “resiste” all’innovazione. Come intervenire? Tim mette a disposizione un portafoglio di soluzioni ad alto valore tecnologico e servizi di consulenza a costi accessibili

Pubblicato il 03 Lug 2019

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A sei mesi dall’entrata in vigore della fattura elettronica B2B è positivo il bilancio del progetto. Superano il miliardo i file trasmessi, tramite il Sistema di interscambio dell’Agenzia delle Entrate, da parte di 3,3 milioni di operatori in tutta Italia. Il nuovo sistema, secondo i dati del Fisco, ha consentito di gestire elettronicamente un volume di transazioni con un valore di 1.689 miliardi di euro, tra imponibile e imposta. A guidare la classifica delle grandi città è Milano, con oltre 257 milioni di e-fatture trasmesse al 2 luglio da quasi 215mila operatori. Segue Roma, che fa registrare quasi 196 milioni di file inviati da circa 221mila cedenti.

A raccontare come il progetto si sia messo in marcia anche i dati dell’Osservatorio Fatturazione Elettronica & eCommerce B2b del Politecnico di Milano, secondo cui sono 3,2 milioni le partite Iva – il 64% delle imprese italiane, più dei 2,8 milioni di imprese soggette all’obbligo- che hanno utilizzato la modalità telematica.

Soltanto il 3%, ovvero 25 milioni, delle fatture è stato scartato dal Sistema di Interscambio di Sogei. Quasi due terzi dei file inviati provengono dai settori del commercio all’ingrosso e al dettaglio (28%), utility (19%) e servizi (17%). Più della metà è stata inviata da aziende con sede in Lombardia (34%) e nel Lazio (22%), solo il 12% viene dall’area Sud e Isole.

L’impatto della fatturazione elettronica

L’introduzione della fatturazione elettronica, secondo gli esperti del Polimi, ha avuto un forte impatto sull’operatività delle imprese. I maggiori benefici hanno riguardato il processo di ricezione delle fatture ma anche la maggiore velocità della registrazione dei documenti, la semplificazione della fase di verifica della fattura e del processo di approvazione del pagamento.  A trarre maggiore vantaggio le imprese che hanno una dotazione tecnologica adeguata, come ad esempio sistemi Erp – Enterprise Resourse Planning – ovvero i sistemi gestionali o software di supply chain – logistica e magazzino.

A livello di ciclo passivo, poco più di un quarto delle imprese dichiara di non avere tratto alcun beneficio (21% delle grandi imprese e 32% delle Pmi). Sul ciclo attivo, invece sono state soprattutto le piccole e medie aziende a non percepire alcun beneficio dalla fatturazione elettronica (43% contro il 27% delle grandi imprese). Purtroppo, c’è anche una quota di imprese che ha dichiarato un impatto negativo dalla fatturazione elettronica: appesantimento delle attività gestionali sul ciclo passivo (20% delle grandi aziende e 18% delle Pmi), aumento dei tempi di pagamento (15% e 12%) e maggiore lentezza nella riconciliazione dei pagamenti (12% e 9%).

Il “nodo” Pmi

Le piccole e medie imprese hanno reagito all’introduzione dell’obbligo di fatturazione elettronica vivendo, spesso, il cambiamento come mera imposizione normativa, limitandosi a conformarsi alle disposizioni di legge. Tra i principali fattori che scoraggiano le imprese c’è la mancanza di interesse, fiducia e cultura digitale dell’imprenditore, mancanza che ostacola l’elaborazione di una strategia di lungo termine, alla quale si aggiungono la cronica mancanza di un presidio organizzativo e regolare sull’innovazione, che esuli da quella di prodotto.

Le soluzioni di Tim

Per le Pmi la difficoltà maggiore sta proprio nello scegliere la soluzione più adatta alla propria attività da adottare non solo con la finalità dell’adeguamento alla normativa, ma anche in ottica di riorganizzazione dei propri processi aziendali.

In alcuni casi la pluralità di strumenti e tecnologie disponibili può rallentare il percorso dell’impresa verso l’adeguamento alla normativa e più in generale verso la digitalizzazione.  E’ una sorta di “timore da eccesso di offerta” che disorienta.

Tim – spiega Marco Parisi, Responsabile Platform & Marketplace di Tim – è in grado di rispondere a questa esigenza supportando grandi aziende, professionisti e piccole e medie imprese con la propria expertise e consulenza e aggregando le più avanzate soluzioni informatiche presenti oggi sul mercato per le imprese”.

Le soluzioni sono disponibili nel Tim Digital Store, il portale di Tim Business dove poter acquistare applicazioni informatiche e infrastrutture cloud direttamente online in pochi, semplici click.

L’offerta del “negozio digitale” comprende una suite di servizi, dalla dematerializzazione dei documenti cartacei, fino all’emissione delle fatture elettroniche. Tutte soluzioni semplici da utilizzare e, soprattutto, dai costi accessibili, sviluppate da partner italiani, primo fra tutti Trust Technologies,  la Certification Authority del Gruppo Tim.

“Si tratta di servizi che rispondono all’esigenza di gestire il ciclo di fatturazione attivo e passivo per realizzare, inviare e conservare le fatture elettroniche e rispettare la conservazione sostitutiva a norma per dieci anni – puntualizza Parisi – Con possibilità eventualmente di integrare queste funzionalità a dei gestionali già presenti nell’azienda”.

Il portafoglio d’offerta comprende inoltre soluzioni più strutturate che, oltre a includere la fatturazione elettronica, rispondono alla più ampia necessità di digitalizzazione dei flussi cartacei tradizionali e ottimizzazione dei workflow e comprendono le funzionalità di gestione documentale, conservazione digitale a norma o “legal archiving” e fatturazione elettronica conformi allo standard di trasmissione richiesto da Agid – Agenzia per l’Italia Digitale – tramite Sdi.

“Il nostro fattore distintivo risiede nella capacità di indirizzare il cliente, attraverso il nostro supporto telefonico o gli agenti di vendita specialistica presenti su tutto il territorio nazionale, verso la soluzione specifica più adatta alle sue esigenze, supportandolo nell’introduzione all’utilizzo dei servizi nella sua attività quotidiana – evidenzia il manager. Oltre alla possibilità di personalizzare alcune logiche come la costruzione di workflow di processo personalizzati e complessi tramite tool grafici”.

Inoltre Tim è in grado di offrire la firma elettronica massiva di flussi documentali e la gestione della fatturazione elettronica per gruppi societari che hanno più partite Iva e del ciclo passivo tramite Hub di smistamento tra società articolate in centri di costo distinti. “Ma la sfida più impegnativa – conclude Parisi – sta nell’evoluzione  di questi servizi che prevede l’estensione della digitalizzazione all’intero ciclo dell’ Order & Payment Management nonché il progresso dei processi di governance adottando meccanismi di condivisione del consenso tramite tecnologie in ambito blockchain”.

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