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E-commerce, cambiano le regole per l’Iva transfrontaliera

Le nuove norme puntano alla raccolta armonizzata della documentazione elettronica da parte degli Stati Ue e ad una cooperazione sulle transazioni online

Pubblicato il 19 Feb 2020

Antonio Dini

Amazon Visa

Nuove norme per la raccolta armonizzata da parte degli Stati membri della Ue della documentazione elettronica per individuare le frodi fiscali nelle operazioni trasfrontaliere di commercio elettronico. Le ha adottate il Consiglio europeo con l’obiettivo di creare un nuovo sistema elettronico centrale per l’archiviazione delle informazioni sui pagamenti e per l’ulteriore trattamento di queste informazioni da parte dei funzionari nazionali antifrode. Le nuove norme si applicheranno a partire dal 1º gennaio 2024.

In concreto questo insieme di nuove norme comprende due testi legislativi. Il primo prevede le modifiche della direttiva Iva che introducono l’obbligo, per i prestatori di servizi di pagamento, di conservare la documentazione sui pagamenti transfrontalieri relativi al commercio elettronico. Tali dati saranno poi messi a disposizione delle autorità fiscali nazionali a condizioni rigorose, comprese quelle relative alla protezione dei dati.

Il secondo testo legislativo contiene invece le modifiche del regolamento sulla cooperazione amministrativa nel settore dell’Iva. Tali modifiche stabiliscono in dettaglio le modalità di collaborazione tra le autorità fiscali in questo settore per individuare le frodi in materia di Iva e controllare il rispetto degli obblighi in materia di Iva.

I testi integrano il quadro normativo sull’Iva per il commercio elettronico, che entrerà in vigore nel gennaio 2021, in virtù del quale sono stati introdotti nuovi obblighi in materia di Iva per i mercati online e norme di conformità semplificate in materia di Iva per le imprese online.

Con il decreto infatti sono state poste regole più stringenti per lo shopping online: stop alle false recensioni e alle sponsorizzazioni. Sono previsti poi più controlli sugli sconti e sui siti di comparazione prezzi, che dovranno elencare i criteri di classificazione. Inoltre agli Stati sono stati concessi due anni di tempo per recepire le novità legislative nella normativa interna.

Le regole garantiranno anche il rispetto dei diritti dei consumatori, assicurando un risarcimento alle vittime di pratiche commerciali sleali e imponendo sanzioni in caso di “situazioni di danno collettivo” che colpiscono consumatori in tutta l’Ue. “Le nuove norme aumenteranno la protezione dei consumatori nel mondo digitale, come è giusto che sia – aveva detto a gennaio la commissaria Vera Jourova, responsabile per i Valori e la trasparenza –. Inoltre, l’Ue dice no ai prodotti venduti come identici in altri Stati membri, quando invece non lo sono. Per proteggere i consumatori dai commercianti disonesti e dagli imbroglioni online è però necessario che le nuove norme siano applicate con rigore”.

“Invito dunque tutti gli Stati membri a garantirne l’applicazione tempestiva”, aveva detto la commissaria Jourova, facendo riferimento ai due anni di tempo che gli stati membri hanno per recepire la direttiva nella legislazione nazionale.

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