REGOLE & INTERNET

Facebook si “arrende” all’Europa, inversione di rotta sui dati personali

Entro giugno nuove condizioni e termini di utilizzo. Saranno rese trasparenti le comunicazioni sulla vendita di informazioni alla base del business model. Vera Jourova: “Stop al gergo legalistico che nasconde incassi miliardari”

Pubblicato il 10 Apr 2019

L. O.

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Dati personali, l’Europa incassa una vittoria su Facebook. Entro giugno – annuncia Bruxelles – saranno modificati termini e condizioni di utilizzo. Più trasparenza nella comunicazione, indicazioni chiare sull’utilizzo di dati personali per profilare gli utenti in ambito pubblicitario, dettagli sulla vendita di informazioni a società terze. E soprattutto verrà reso chiaro che il social e suoi servizi sono gratuiti in cambio dell’accordo degli iscritti a condividere i dati e a essere esposti alla pubblicità.

Le modifiche sono state ottenute da Commissione Ue e autorità di protezione dei consumatori che avevano invitato la società guidata da Mark Zuckeberg a cambiare strategia comunicativa sulla scia dello scandalo di Cambridge Analytica e ad allineare tutte le clausole al diritto dei consumatori dell’Ue. In caso contrario sarebbero scattate una serie di sanzioni.

“Una società che vuole ripristinare la fiducia dei consumatori dopo lo scandalo Cambridge Analytica – dice la commissaria Ue alla giustizia Vera Jourova non deve nascondersi dietro un gergo complicato e legalistico su come stia guadagnando miliardi con i dati della gente”.

L’obiettivo di Ue e autorità dei consumatori infatti era quello di informare nel modo più semplice e diretto possibile i milioni di utenti europei del social sulle dinamiche alla base del business model del social. “Ora gli utenti capiranno chiaramente che i loro dati sono usati dal social network per vendere pubblicità personalizzata“, ha spiegato la commissaria Jourova.

La società di Zuckerberg ha anche modificato la politica di limitazione della responsabilità, riconoscendola in caso di negligenza, per esempio quando parti terzi fanno un uso inappropriato dei dati come è avvenuto nel caso di Cambridge Analytica.

Inoltre il social ha concordato di limitare il proprio potere di cambiare in modo unilaterale i termini di utilizzo solo in casi “ragionevoli” per gli interessi del consumatore.

Infine, i contenuti cancellati dagli utenti potranno essere conservati da Facebook solo in casi specifici – per esempio su richiesta dell’autorità giudiziaria – e per un massimo di 90 giorni in caso di motivi tecnici.

Vengono poi riviste in modo più chiaro le regole che danno agli utenti il diritto di fare ricorso quando è invece il social a rimuovere i loro contenuti. Commissione Ue e autorità dei consumatori ora monitoreranno con attenzione la messa in atto concreta di questi impegni, altrimenti potranno scattare sanzioni.

@RIPRODUZIONE RISERVATA

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