PRIVACY

Google dichiara guerra ai cookie: ecco il “cruscotto” per gli utenti

Secondo il Wall Street Journal l’azienda avrebbe messo a punto un nuovo strumento per controllare la gestione del tracking online

Pubblicato il 07 Mag 2019

Antonio Dini

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Secondo il Wall Street Journal i nuovi strumenti di controllo del tracking che Google starebbe preparando non cambieranno la faccia del web, non bloccheranno per sempre tracciamento e pubblicità online, ma serviranno invece con tutta probabilità soprattutto a Google per avere un ulteriore vantaggio competitivo sui concorrenti nel settore dell’adtech.

Le indiscrezioni raccolte dal quotidiano finanziario americano svelano che la divisione più importante di Alphabet si starebbe preparando a rilasciare un cruscotto di controllo per Chrome che avrebbe funzionalità anti-tracciamento e di gestione dei cookie e delle altre tecnologie con le quali vengono seguite e registrate le abitudini di navigazione degli utenti ai fini di costruire profili più facilmente monetizzabili con inserzioni pubblicitarie mirate.

I tre miliardi di utenti di Google, sia per le funzioni di ricerca che per le altre tecnologie come le mappe, le app Android e altri servizi, rendono Google il più grande venditore di pubblicità su Internet, capace di acquisire circa un terzo di tutto il valore del mercato, davanti anche a Facebook, che è a circa il 20%, secondo quanto rilevato da eMarketer. Negli Usa, secondo le stime di eMarketer, la spesa in pubblicità digitale crescerà di un altro 19% per arrivare a fine 2019 a quota 130 miliardi di dollari. Nel frattempo, è in calo sistematico la raccolta di pubblicità per i media tradizionali soprattutto cartacei.

Il motivo per cui Google dopo sei anni sta lavorando di nuovo a un progetto di controllo e gestione dei sistemi di tracciamento dei suoi utenti, che potrebbe offrire un vantaggio competitivo molto ampio rispetto alla concorrenza, è legato agli scandali sulla privacy di Facebook e soprattutto di Cambridge Analytica, che ha mostrato a Mountain View non solo il bisogno di controllare in via esclusiva parte delle informazioni ricavabili dai suoi utenti e bloccare l’accesso ai concorrenti, ma anche all’opportunità di proporre il servizio all’opinione pubblica come volto esclusivamente o principalmente in sua tutela.

La principale differenza della tecnologia alla quale lavora Google è però con quella di Apple, che offre anch’essa da alcuni anni tecnologie sempre più integrate con i suoi software (soprattutto il browser Safari) per tutelare la privacy degli utenti della sua piattaforma iOS e macOS, ma lo fa senza essere in concorrenza con le aziende i cui cookie blocca perché non è nel mercato del tracciamento degli utenti e della pubblicità online.

Dal 2017 il browser di Apple, Safari, blocca tutti i cookie di tracciamento di default, come Firefox di Mozilla.

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