GLI ANNUNCI

Google taglia del 15% le commissioni per i developer e punta alla sicurezza Ads

A partire da luglio riduzione delle spese sul primo milione di vendite annuali. Pubblicato il Report sulle tutele in ambito pubblicitario: nel 2020 bloccati e rimossi 3,1 miliardi di annunci e limitati 6,4 miliardi di contenuti promozionali sensibili

Pubblicato il 17 Mar 2021

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E’ un’azione a doppio binario verso le differenti tipologie di utenza quella che Google rende nota oggi: da un lato, la società ribadisce il suo impegno in termini di sicurezza, con la pubblicazione dell’Ads safety report che fa il punto sulle misure di tutela messe in atto nel 2020; dall’altro, tende la mano agli sviluppatori. E fa sapere che, a partire dal prossimo primo luglio, ridurrà le commissioni su Play Store, il suo negozio digitale.

Commissioni in discesa complessivamente del 50%

L’operazione a beneficio degli sviluppatori risponderà a una logica precisa: fino al primo milione di dollari di entrate, ogni anno, di ciascun soggetto, le commissioni scenderanno al 15%, cioè la metà del valore attuale. Una volta superato il milione, le commissioni torneranno al 30%, la tariffa standard. “Con questa modifica, il 99% degli sviluppatori a livello globale che vende beni e servizi digitali con il Play Store, vedrà una riduzione del 50% delle commissioni. Si tratta di fondi che possono aiutare gli sviluppatori a crescere in una fase critica assumendo più ingegneri, aumentando il personale di marketing, aumentando la capacità del server e altro ancora”, spiega Sameer Samat, Vp Product management di Google, in un post ufficiale.

La mossa segue una decisione simile presa da Apple a dicembre e si inquadra in un dibattito generale di rapporto tra i giganti tecnologici e i ricavi derivanti dai loro negozi di app. Un dibattito portato alla ribalta da Epic Games, l’azienda sviluppatrice del popolare gioco Fortnite, che ha aperto un contenzioso con Apple e Google introducendo un suo sistema di pagamenti che aggira le percentuali trattenute dai negozi digitali ufficiali.

Rapporto sulla sicurezza degli annunci

L’Ads safety report, iI Rapporto sulla sicurezza degli annunci, è invece la fotografia scattata da Google agli sforzi compiuti nel 2020 per prevenire l’uso dannoso delle piattaforme pubblicitarie.

Dall’analisi emerge che, nel corso dell’anno, Mountain View ha bloccato e rimosso ben 3,1 miliardi di annunci. Le categorie più colpite? Abuso della rete pubblicitaria (867M), salute e medicinali (204M), trademark (200M) e servizi finanziari (123M).
Ammontano invece a 6,4 miliardi gli annunci su cui si è intervenuti in risposta alle politiche che regolano gli annunci legalmente o culturalmente sensibili, consentiti solo su base limitata. Si tratta di annunci che potrebbero non essere mostrati a tutti gli utenti in ogni località e gli inserzionisti potrebbero dover soddisfare requisiti aggiuntivi prima che i loro annunci possano essere pubblicati.
In termini di tutela di contenuti editoriali, infine, nel 2020 Google ha agito contro 1,3 miliardi di pagine e 1,6 milioni di domini. Le categorie più colpite sono state quella dei contenuti sessuali (981M), contenuti pericolosi o dispregiativi (168M), promozione e vendita di armi (114M).

Un’attività a beneficio di tutto l’ecosistema

“In Google cerchiamo attivamente modi per garantire un’esperienza-utente sicura quando prendiamo decisioni sugli annunci che le persone vedono e sui contenuti che possono essere monetizzati sulle nostre piattaforme – spiega il Rapporto -. Sviluppare politiche in queste aree e applicarle in modo coerente è uno dei modi principali con cui proteggiamo le persone e preserviamo la fiducia nell’ecosistema degli annunci”.

“Fornire visibilità sui modi in cui stiamo prevenendo le violazioni delle norme nell’ecosistema degli annunci è stata a lungo una priorità e quest’anno condividiamo più dati che mai – prosegue -. Preservare la fiducia di inserzionisti ed editori aiuta le loro attività ad avere successo a lungo termine. Nel prossimo anno continueremo a investire in politiche, nel nostro team di esperti e nella tecnologia di applicazione per stare al passo con potenziali minacce. Rimaniamo inoltre fermi sul nostro percorso per scalare i nostri programmi di verifica in tutto il mondo al fine di aumentare la trasparenza e rendere universalmente disponibili più informazioni sull’esperienza pubblicitaria”.

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