IL PROGETTO

Guerra allo skill mismatch, nascono gli “hacker della crescita”

Punta sulla formazione di nuove competenze digitali la partnership Microsoft-The Talent Institute. Corsi e addestramenti basati sul training-on-the job

Pubblicato il 29 Apr 2019

L. O.

skill

Una palestra per “growth hackers”, hacker della crescita, giovani professionisti in grado di spingere il business aziendale. E’ l’obiettivo della partnership Microsoft e The Talent Institute – la “fabbrica di talenti digitali” di Startupbootcamp, network di accelerazione di startup.

La collaborazione si traduce in “Growth Hacking Training Program”, un corso di “apprendistato digitale” al via a giugno 2019 a Milano, prima città pilota dell’iniziativa – a cui seguiranno una città del centro e una del sud Italia – durante il quale, per sei mesi, gli studenti selezionati alterneranno lezioni in aula ad esperienze dirette all’interno di startup e aziende partner.

L’iniziativa rientra nel programma Ambizione Italia, progetto di ecosistema avviato da Microsoft che fa leva sulle opportunità offerte dall’Intelligenza Artificiale e sulla formazione avanzata per accelerare la trasformazione digitale in Italia.

Fra le imprese già interessate al programma Eatsready, Bonacina 1889, Purina, Steri, Elis.

“I nuovi trend digitali stanno trasformando il mondo del lavoro: alcune professioni in futuro scompariranno ma ne saranno create molte nuove per le quali non siamo ancora sufficientemente preparati – dice Barbara Cominelli, Direttore Marketing & Operations Microsoft -. Investire sulla formazione è quindi cruciale per aiutare studenti e professionisti ad abbracciare il cambiamento”.

“Puntiamo a far evolvere il modello formativo – dice Alceo Rapagna CEO di Startupbootcamp, Innoleaps e The Talent Institute Italia – passando dall’aula al training-on-the job ed accelerando così il trasferimento di competenze”.

Con una previsione di crescita al ribasso – il -0,2% secondo dati Ocse – e un livello di disoccupazione giovanile che supera il 30%, l’Italia occupa le posizioni più basse delle classifiche internazionali in termini di competitività e sviluppo. Inoltre,  se da un lato è ampiamente dimostrato come l’innovazione tecnologica possa costituire un motore per la crescita socio-economica del Paese (l’AI può produrre un aumento annuale del Pil pari all’1%), dall’altro è necessario puntare sulle competenze, con l’obiettivo di ridurre lo skills mismatch:  dai dati della Commissione europea solo il 44% degli italiani dichiara di avere competenze digitali di base.

@RIPRODUZIONE RISERVATA

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