IL CASO

Guerra dei chip, Usa e Taiwan mettono al bando 7 aziende cinesi

Washington blocca le forniture a società attive nella realizzazione di supercomputer usati dalle forze militari. Passa all’azione anche il colosso asiatico Tsmc

Pubblicato il 14 Apr 2021

Chip

I contractor di Taiwan che producono chip per conto terzi aderiscono al ban imposto dagli Stati Uniti su sette aziende cinesi dei semiconduttori e del supercomputing. Si tratta di sette “entità” inserite nella black list del dipartimento del Commercio e a cui le aziende americane e taiwanesi non potranno più vendere componenti tecnologiche senza un’autorizzazione speciale.

Lo Us Commerce department ha affermato che le sette aziende cinesi sono “attive nella realizzazione di supercomputer usati dalle forze militari della Cina, per iniziative destabilizzanti e/o per i programmi legati alle armi di distruzione di massa”.

La decisione di Washington è arrivata in realtà dopo che un produttore di chip di Taipei, Alchip Technologies, ha bloccato gli ordini che arrivano da una delle aziende cinesi poi inserite dagli Usa nella lista nera (“Entity list”). Il governo di Taiwan si è allineato al bando su tutte e sette le entità considerate da Washington una minaccia per la sicurezza nazionale e internazionale.

Taiwan al centro della supply chain tecnologica

Taiwan è sede di molti contractor dei chip, aziende che fabbricano semiconduttori per conto di committenti di tutto il mondo, ha sottolineato il ministro dell’Economia Wang Mei-hua, come riporta Reuters.

“Le nostre aziende, che siano produttori o esportatori, devono adeguarsi alle regole del nostro Paese. Gli Stati Uniti hanno nuove regole e le nostre aziende si allineeranno con i criteri fondamentali di queste regole Usa”, ha detto Wang Mei-hua.

La decisione di Washington si colloca nel contesto delle rinnovate tensioni tra Cina e Taiwan e della crisi globale dei chip, che ha messo i produttori taiwanesi al centro della scena mondiale come anello chiave della supply chain tecnologica.

Anche Tsmc blocca le forniture ai cinesi?

L’azienda cinese cui Alchip ha bloccato le forniture di chip è Tianjin Phytium Information Technology, ora nella blacklist americana. Alchip ha detto che il 39% del suo fatturato 2020 arriva da Phytium. Ora per vendere all’azienda cinese passerà per il vaglio delle autorità taiwanesi e americane (nello specifico, lo Us Bureau of industry and security).

Il South China Morning Post di Hong Kong ha riferito che anche Tsmc (Taiwan Semiconductor manufacturing company), il più grande contractor mondiale dei chip, ha sospeso i nuovi ordini da Phytium. L’azienda non ha per ora confermato.

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