MERCATI

Il 2019 premia i titoli tecnologici, rialzi record in Borsa per Apple e i chipmaker

L’indice borsistico S&P 500 information technology chiuderà l’anno con un rialzo del 48%, il più alto dal 2009, premiando il produttore di iPhone e i suoi fornitori. Sugli scudi anche le aziende del cloud computing e dei dispositivi mobili per il 5G

Pubblicato il 30 Dic 2019

Patrizia Licata

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Sta per chiudersi un anno col vento in poppa per le azioni delle grandi aziende tecnologiche, con Apple, Amd e Microsoft tra le regine dell’indice S&P 500 information technology. I dati sui 70 titoli tecnologici dell’indice americano forniti da FactSet registrano per il 2019 un incremento del 48%, trainato dalle ottime performance dell’industria dei semiconduttori e di Apple. Si tratta del tasso di crescita più alto se si esclude la ripresa del 2009 (+60%) dopo la crisi del 2008 (-44%). Nel 2018 l’indice aveva chiuso in negativo (-1,8%), anche se niente di paragonabile al crack di dieci anni prima. Le ottime prestazioni in Borsa di quest’anno sono dovute, secondo gli analisti, al rafforzamento della posizione finanziaria delle aziende dell’indice dei titoli tecnologici e alla fiducia sul quadro macroeconomico.

Dell’indice non fanno parte i grandi gruppi del digitale, inseriti in un sottogruppo dell’S&P 500 information technology index; in particolare, tra le azioni delle mega-cap Fang (Facebook, Amazon, Netflix, Google, ora quotata come Alphabet) solo quelle di Facebook hanno avuto una crescita superiore alla media dell’indice; gli altri sotto sotto di almeno 18 punti percentuali. “Gli scambi dei titoli Fang non sono andati benissimo quest’anno”, osserva Jake Dollarhide, ceo di Longbow Asset Management. “Altre aziende tecnologiche hanno rubato la scena. Si tende a investire nei gruppi della tecnologia mobile”.

Apple mette il turbo all’indice hitech

Il chipmaker Amd (Advanced Micro Devices) ha guadagnato più di tutti gli altri membri dell’S&P tech index considerando il prezzo di chiusura della scorsa settimana (+153%), seguita dal produttore di attrezzature per semiconduttori Lam Research (+117%). Kla, un altro fornitore per l’industria dei chip, ha guadagnato quest’anno il 100%, mentre Qorvo, che fornisce tecnologia per la connettività in radiofrequenza per gli iPhone, chiude l’anno a +94%. Apple è l’ottavo best performer dell’indice a +84%.

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Per la Mela a convincere, dicono gli analisti, sono i solidi risultati della divisione wearable (vendite a +50% anno su anno nello scorso trimestre) e la capacità di continuare ad attrarre consumatori con le nuove funzionalità e opzioni sui suoi smartphone che trainano le entrate dell’ecosistema di servizi Apple. Intanto il declino degli iPhone è arginato (le vendite del terzo trimestre sono scese del 9%, meno che nei trimestri precedenti). Apple è anche riuscita a evitare gli impatti più duri della guerra dei dazi tra Stati Uniti e Cina.

Tutti questi fattori hanno favorito tutti i fornitori di Apple, come Qorvo, Amd (che fornisce i processori grafici di alcuni Apple iMac e MacBook Pro), Skyworks (nono miglior titolo sull’indice tecnologico a +82%, fornisce ad Apple chip mobili) e Micron (vende ad Apple tecnologie per la memoria). “Questo è il sistema solare che ruota intorno ad Apple, fortunato chi ne fa parte”, dice Dollarhide.

Premiate le aziende del 5G e del cloud

Anche la corsa alle nuove reti mobili 5G favorisce molti titoli tecnologici, tra cui quelli di Lam e Kla, che vendono chip per i dispositivi di nuova generazione. Al di fuori del segmento consumer, nell’S&P tecnologico sono cresciute anche le aziende che hanno raccolto i benefici della migrazione delle imprese sul cloud. Tra queste c’è Microsoft, che per alcuni analisti si prepara a un 2020 di grande crescita in Borsa; quest’anno l’azienda fondata da Bill Gates ha visto il titolo apprezzarsi del 56% e raggiungere una capitalizzazione di 1,2 trilioni di dollari, seconda solo ad Apple (1,29 trilioni). Tra i fornitori di servizi cloud bene anche Adobe e Autodesk (cresciute del 43%) e ServiceNow (+61%). Soffrono invece i fornitori software ancorati a un’offerta legacy, come Dxc Technology (-30%).

Il 2020 sarà un banco di prova per tutti: l’andamento globale dell’economia, la risoluzione della disputa commerciale Usa-Cina, gli sviluppi del 5G (e del “caso Huawei”) nonché le elezioni presidenziali americane di novembre sono gli elementi che possono creare incertezza sul mercato e influire sulle prestazioni finanziarie delle aziende tecnologiche.

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