IL CASO

Immigrazione, le Big tech si schierano al fianco di Biden

Google dona 250.000 dollari al programma “Dreamers” che regolarizza gli immigrati minorenni. Apple mette sul piatto 60 milioni di dollari per le imprese nate da iniziative da minoranze etniche. Anche Uber in campo

Pubblicato il 13 Gen 2021

Senato Usa

La Silicon Valley torna ad allinearsi con le politiche di Washington, ora che si approssima il passaggio di consegne dall’amministrazione Trump a quella del presidente eletto Joe Biden. Google si è schierata a favore del programma “Dreamers”, che regolarizza gli immigrati minorenni e al quale donerà 250.000 dollari.

Google ha fatto sapere che darà il suo sostegno a Biden anche nel far passare al Congresso la nuova legge sull’immigrazione che il presidente eletto ha annunciato come “azione immediata”, pur senza fornire dettagli sui contenuti.

Apple a sua volta ha aumentato il suo impegno a favore della diversity, altro tema caro al nuovo presidente Usa. La casa degli iPhone ha annunciato un investimento di 60 milioni di dollari in una nuova serie di progetti che intendono combattere il “razzismo sistemico”. Tra le iniziative, Apple per la prima volta entra in un programma di venture capital a sostegno degli imprenditori delle minoranze etniche.

Le Big tech per una “nuova” immigrazione

Google, Apple e altre grandi aziende statunitensi hanno a lungo osteggiato la politica fortemente restrittiva nei confronti dell’immigrazione portata avanti da Donald Trump perché ha limitato le possibilità di assumere cittadini stranieri. I talenti che vengono dall’estero sono considerati, soprattutto nell’industria tecnologica, un grande valore, capace di introdurre modi di pensare diversi e idee innovative. Google è la prima azienda tecnologica a farsi avanti per offrire un concreto supporto.

“Sosterremo le iniziative del nuovo Congresso e dell’amministrazione entrante per far approvare una vasta riforma dell’immigrazione che migliora i programmi di ingresso per motivi di lavoro e aumenta la competitività americana, dà maggiori garanzie ai lavoratori e ai datori di lavoro immigrati, rende le politiche sull’immigrazione più solidali e le procedure di messa in sicurezza dei confini più umane“, ha scritto in un blog post Kent Walker, Google senior vice president.

Anche Uber con i Dreamers

Walker ha reso noto che il colosso di Mountain View, tramite la controllata per le azioni benefiche, donerà 250.000 dollari all’associazione United We Dream, che aiuta gli immigrati irregolari arrivati da bambini (i cosiddetti “Dreamers”) e che ora vivono negli Stati Uniti a ottenre i regolari permessi di lavoro e evitare l’espulsione grazie al programma Daca (Deferred action for childhood arrivals).  La somma donata da Google coprirà le domande di permesso di lavoro di 500 giovani.

Anche Uber è in prima linea a supporto della nuova amministrazione: l’azienda del ride-hailing ha fatto sapere all’agenzia Reuters che continua a sostenere il programma per i Dreamers e “saluta con favore la volotà della nuova amministrazione di riformare il sistema nazionale per l’immigrazione”.

Apple, finanziamenti e corsi per le minoranze etniche

Quanto ai 60 milioni di dollari messi sul piatto da Apple per la diversity, la Mela ha già comunicato la ripartizione. Dieci milioni saranno investiti in un fondo di Harlem Capital, una società di venture capital di New York che sostiene lo sviluppo di società in early-stage, con l’obiettivo di aiutare a finanziare 1.000 startup in 20 anni.

Apple investirà altri 25 milioni nel Clear vision impact fund di Siebert Williams Shank, che finanzia piccole e medie imprese, quasi tutte di proprietà di cittadini appartenenti a minoranze etniche. Apple diventerà socio limitato in entrambi i fondi.

Apple darà inoltre 25 milioni al Propel Center di Atlanta, una struttura dove università frequentate per lo più da studenti di colore svolgono attività di formazione sull’imprenditoria, l’hiteche  altri temi. L’azienda di Cupertino ha anche istituito delle borse di studio per la formazione di studenti di colore nell’ingegneria hardware e nello sviluppo di chip.

La Mela creerà infine un’accademia per lo sviluppo di app a Detroit. La scuola fornirà una corso gratuito di 10-12 mesi in coding, design e marketing per circa 1.000 studenti l’anno. L’academy lavorerà in collaborazione con la Michigan State University.

“Non c’è uguale rappresentanza della diversità etnica nel venture capital e nei finanziamento per le banche”, ha sottolineato Lisa Jackson, Apple’vice president of environment, policy and social initiatives. “Abbiamo cercato delle opportunità per impiegare le nostre risorse per fare qualcosa di buono”. La Jackson ha aggiunto: “Vogliamo vedere più sviluppatori e imprenditori di colore. Molti finanziatori si concentrano sugli Stati del Sud ma a Detroit ci sono oltre 50.000 piccole imprese di proprietà di minoranze etniche”.

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