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Innovazione, partita aperta. Provvedimenti last minute?

Con il Milleproroghe via libera a 34 milioni per il ministero. Dal testo stralciati gli articoli sul diritto ad innovare, su Spid e sulla piattaforma per le notifiche della PA che vanno sul tavolo del Cdm di stasera

Pubblicato il 23 Dic 2019

paola pisano

Partita aperta sul fronte innovazione. Il Cdm di venerdì ha dato il via libera, con il Milleproroghe, ad alcune norme che riguardano risorse finanziarie e organizzazione del ministero guidato da Paola Pisano, lasciandone altre sul tavolo del Consiglio di oggi.

Nel dettaglio, il decreto stanzia 34 milioni in tre anni per il ministero e stabilisce che questo non sia sottoposto a spoil system. “Una norma – fanno sapere a CorCom dallo staff della ministra Pisano – che finalmente consolida e dà una prospettiva di lungo periodo alla struttura”.

Per quanto riguarda il personale, il Milleproroghe prevede che  “per lo svolgimento delle funzioni nelle materie dell’innovazione tecnologica, dell’attuazione dell’agenda digitale e della trasformazione digitale del Paese la Presidenza del Consiglio dei ministri può avvalersi, in aggiunta al contingente di personale di un contingente di personale in posizione di fuori ruolo, comando o altra analoga posizione, composto da sette unità con qualifica non dirigenziale”.

“Nel decreto Milleproroghe nell’ambito delle misure in materia di innovazione è stata approvato l’articolo che permetterà l’organizzazione del ministero e l’assunzione di esperti – commenta Pisano – Un’importante vittoria che ci permetterà di strutturare il nuovo dicastero. Per quanto riguarda le altre norme che abbiamo presentato con un grande lavoro del mio team, che ringrazio, c’è stato un lungo dibattito e molti apprezzamenti, il che sottolinea l’importanza per tutti del tema”.

“C’è stata, inoltre, apertura a discutere in sede di conversione sull’introduzione di un pacchetto innovazione che dia forma ad alcune delle azioni alle quali stiamo lavorando da mesi: diritto a innovare, riforma dell’identità digitale e nuova disciplina delle notifiche”, conclude la ministra.

Gli articoli tagliati dal decreto sono infatti quelli che normano questi temi: l’ex articolo 34 sul diritto ad innovare, l’ex 36 sulla creazione di una piattaforma digitale per la notifica degli atti della PA e l’ex 37 che norma il passaggio di Spid “in pancia” al ministero.

La polemica sul Piano Innovazione 2025

Lo “stralcio” di questi articoli è frutto della polemica sul piano Innovazione 2025, presentato dalla ministra la scorsa settimana, che ha aperto un altro fronte nella maggioranza PD- Stelle. Nel mirino il nome di Davide Casaleggio che figura fra gli esperti ringraziati in fondo al documento.

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“Oggi non c’erano le condizioni per approvare in Consiglio dei ministri il Piano per l’Innovazione digitale – frenava il capo delegazione Pd Dario Franceschini – C’è bisogno di un approfondimento e le norme, frutto di un’intesa nella maggioranza, potranno essere inserite in un emendamento in sede di conversione del decreto”.

Lo staff della ministra Pisano ha però subito chiarito che il piano è stato scritto “di proprio pugno” dall’esponente dell’esecutivo Conte e che “i ringraziamenti sono personali e vanno alle tante persone che nel corso di questi mesi sono stati importanti interlocutori”.

Cosa è stato approvato con il Milleproroghe

Il decreto, come anticipato da CorCom, ha prorogato al 31 marzo 2020 i termini per il rinnovo dei vertici di Agcom, Garante Privacy e alcune disposizioni in materia di sicurezza cibernetica.

Via anche a disposizioni urgenti in materia di intercettazioni. Il testo prevede una nuova disciplina della conservazione e della consultazione, in forme telematiche, dei dati relativi alle intercettazioni nell’apposito archivio informatico che sarà gestito sotto la diretta vigilanza del Procuratore della Repubblica; regole ad hoc in materia di intercettazioni mediante l’utilizzo di captatori informatici ovvero i trojan.

“Per quanto l’uso del captatore elettronico (Trojan), la riforma Orlando – spiega il sottosegretario alla Giustizia Andrea Giorgis – ha equiparato la disciplina dell’uso del trojan in luoghi pubblici a quella delle intercettazioni ambientali. La riforma Orlando prevede l’uso dei trojan nei luoghi privati esclusivamente per i reati «di cui all’articolo 51, commi 3-bis e 3-quater e per i delitti dei pubblici ufficiali contro la pubblica amministrazione per i quali è prevista la pena della reclusione non inferiore nel massimo a cinque anni, determinata a norma dell’articolo 4». Per gli altri reati il Pubblico Ministero deve specificare i motivi per cui ritenga che in quei luoghi si stia svolgendo l’attività criminosa ed indicare, sempre in modo specifico, i luoghi e il tempo in relazione ai quali è consentita l’attivazione del microfono”.

“L’utilizzo del trojan ai luoghi di privata dimora è stata ampliata soltanto ai reati commessi dagli incaricati di pubblico servizio – conclude il sottosegretario Pd – ritenendo non coerente col sistema complessivo una distinzione tra le due figure soggettive di pubblico ufficiale e incaricato di pubblico servizio”.

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