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Intel stringe i tempi per il nuovo Ceo: spunta l’ipotesi di un manager esterno

Il colosso dei chip è senza amministratore delegato da oltre sei mesi. Ma la concorrenza sui semiconduttori di nuova generazione per AI, 5G e auto connesse è sempre più serrata e il board si è deciso a guardare fuori dall’azienda per accelerare la nomina

Pubblicato il 15 Gen 2019

Patrizia Licata

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Intel è ancora senza amministratore delegato ma il Cda spinge per arrivare a una nomina entro il 24 gennaio, quando il colosso dei chip di Santa Clara presenterà il report trimestrale. Il gruppo americano è senza Ceo da quando ha dovuto dimettersi, più di sei mesi fa, il numero uno Brian Kzanich a causa vecchia relazione sentimentale con una dipendente che ha violato la “non-fraternization policy” dell’azienda.

Kzanich è stato sostituito temporaneamente dal Cfo Bob Swan che però ha indicato che non intende restare come Ceo definitivo. Il cambio ai vertici arriva in un momento delicato per Intel, impegnata a passare dal campo dei Pc a quello dei server e, in prospettiva, a quello più ampio che comprende intelligenza artificiale e self-driving car.

Il board di Intel è impegnato nella selezione dei candidati, ma non è riuscito a trovare il sostituto che cerca, riporta Bloomberg, ed è possibile che ora si cominci a guardare con attenzione al di fuori del management interno, come suggerito di recente dal presidente del Cda Andy Bryant che ad alcuni dipendenti ha dichiarato che Intel potrebbe scegliere un candidato “non tradizionale”.

I risultati di Intel sono positivi, ma la concorrenza, nell’era della trasformazione digitale e del tutto connesso, è serrata. Compito fondamentale del nuovo ceo sarà convincere gli investitori che la perdita di leadership nella costruzione di chip – elemento cardine del dominio di Intel finora – non le costi market share sul redditizio mercato dei semiconduttori. Avere fabbriche è diventato sempre più costoso e molti chipmaker di nuova generazione si limitano alla progettazione per affidarsi ad assemblatori terzi.

Il nuovo numero uno dovrà mantenere leadership e crescita in un mondo dove il Pc conta meno e il business viene da IoT, 5G, intelligenza artificiale e data center, spiega Kevin Cassidy, analista di Stifel Nicolaus & Co. “Ci saranno decisioni da prendere in tempi rapidi. Intel può far bene nel breve termine grazie alla domanda di Pc e server ma per il lungo periodo serve un Ceo con una strategia”.

Il colosso californiano ha tuttavia dato diversi segnali al mercato per dimostrare che, anche senza ceo, il business sta andando verso i settori più innovativi. Al Ces di Las Vegas Intel ha annunciato una collaborazione con Facebook per portare sul mercato nella seconda metà dell’anno un chip per l’intelligenza artificiale. Il nuovo chip che, ha detto Intel, sarà compatibile con la maggior parte dei software di AI, promette di rendere meno costoso per le grandi aziende implementare applicazioni di intelligenza artificiale e di social networking.

La battaglia tra chipmaker si gioca anche sui nanometri e sulla capacità di fare chip sempre più piccoli e potenti: Intel è stata la prima azienda a mandare in produzione su vasta scala la tecnologia dei 14 nanometri, nel 2013, ma il lancio dei chip 10 nanometri  è stata più volte rinviata, un ritardo che ha deluso analisti e investitori. Al contrario la rivale taiwanese Tsmc, che nel 2013 era ferma ai 20 nm, per l’anno appena iniziato ha annunciato la tecnologia dei 7 nm e un’alleanza con Amd, altra temibile rivale per Intel.

Per questo al Ces Intel ha voluto dare un altro segnale al mercato indicando che i suoi chip 10 nanometri sono finalmente in arrivo: l’azienda ha fornito un’anteprima a Las Vegas del processore Ice Lake 10nm basato sulla nuova archiettura Sunny Cove e ha annunciato che i prossimi pc portatili Xps di Dell Technologies in vendita nella seconda metà del 2019 avranno i processori 10nm di nuova generazione di Intel. I nuovi chip saranno disponibili per i laptop di altri marchi in vendita a fine anno e per i data center da inizio 2020.

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