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Intelligenza artificiale, la Ue accelera: ecco il piano “Made in Europe”

Il Consiglio adotta le conclusioni della strategia coordinata che mira a rafforzare la collaborazione tra Stati e valorizzare partnership pubblico-privato per aumentare gli investimenti. Privacy e impatto sul mercato del lavoro le sfide cruciali. “I governi nazionali lancino programmi ad hoc entro il 2019”

Pubblicato il 18 Feb 2019

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Promuovere lo sviluppo e l’utilizzo dell’intelligenza artificiale in Europa aumentando gli investimenti pubblici e privati. Con questo obiettivo il Consiglio Ue ha adottato oggi conclusioni sul piano coordinato sullo sviluppo e l’utilizzo dell’intelligenza artificiale “Made in Europe”. Nel documento si sottolinea l’importanza cruciale di rafforzare l’eccellenza nelle tecnologie e applicazioni di intelligenza artificiale, intensificando la collaborazione tra industria e mondo accademico. Le indicazioni contentute nel piano non riguardano solo le strategie comunitarie ma anche gli Stati membri che, entro il 2019, sono invitati a varare strategie o programmi nazionali in materia di intelligenza artificiale mentre si incoraggiano i player privati ad intensificare gli investimenti nel settore.

Dati i problemi di privacy che l’AI potrebbe sollevare, nel documento il Consiglio avverte che “è necessario mettere a disposizione, con le opportune garanzie, dati più sicuri e di più elevata qualità detenuti dal settore pubblico e da quello privato, al fine di sviluppare le tecnologie dell’intelligenza artificiale e creare spazi comuni europei dei dati affidabili”. Solo così si aprirà la strada allo sviluppo di prodotti e servizi basati sulla privacy by design e un quadro di interoperabilità nello spazio Ue che consenta uno scambio efficace di buone prassi. Preme, poi, stabilire opportuni requisiti in materia di cybersicurezza per la protezione dei diritti fondamentali.

Il focus è anche sul mercato del lavoro e per questo motivo il Consiglio spinge per una immediata elaborazione della relazione che il gruppo di esperti ad alto livello presenterà nella primavera del 2019 sull’impatto della trasformazione digitale sui mercati del lavoro dell’Ue, nonché il contributo delle parti sociali. Sempre restando in tema di occupazione – nello specifico si analizza la carenza cronica di professionisti Ict in Europa –  si pone l’accento sull’urgenza di integrare le competenze digitali, in particolare in relazione all’intelligenza artificiale, in tutti i livelli di istruzione e di aumentare la disponibilità nell’istruzione terziaria di programmi Ict di elevata qualità.

Ma formare professionisti a nulla serve se questi poi “scappano”. Ecco perché urge adottare, a integrazione delle misure nazionali, azioni specifiche a livello di Unione per trattenere in Europa i ricercatori e gli specialisti nel settore dell’intelligenza artificiale.

Il tema dell’etica occupa buona parte del testo. Ponendo l’accento sull’importanza di garantire il pieno rispetto dei diritti dei cittadini europei attuando orientamenti etici per lo sviluppo e l’utilizzo dell’intelligenza artificiale, Il Consiglio sostiene lo sforzo della Commissione teso a far emergere sulla scena mondiale l’approccio etico dell’UE e ne Iincoraggia la promozione nelle iniziative internazionali in materia di intelligenza artificiale, come quella dell’Ocse.

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