DIGITAL TRANSFORMATION

Intelligenza artificiale nei data center Intel: “Business da 200 miliardi di dollari”

Il colosso dei chip californiano stima il potenziale mercato raggiungibile con le sue soluzioni di data-centric computing nel 2022: “Pronti a cavalcare le innovazioni cloud, edge, analytics, 5G e computer vision”

Pubblicato il 10 Ago 2018

Patrizia Licata

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C’è un mercato potenziale da 200 miliardi di dollari nel 2022 per il data-centric business di Intel: lo ha detto Navin Shenoy, executive vice president e general manager del Data Center Group del colosso americano dei chip, nel suo intervento al Data-centric innovation summit di Intel. La cifra fornita da Shenoy rappresenta il cosiddetto Total addressable market, il mercato che Intel pensa di poter raggiungere con le sue soluzioni per il data-centric computing, ovvero l’elaborazione automatizzata di volumi sempre più massicci di dati strategici per le imprese di molteplici settori industriali alle prese con la digital transformation e in cui l‘apporto delle tecnologie di intelligenza artificiale sarà sempre più rilevante.

Il top manager ha detto che Intel ha ricavato oltre un miliardo di dollari di fatturato nel 2017 solo dai clienti che gestiscono le applicazioni di AI sui processori Intel Xeon nei data center, un segmento di business in cui il chipmaker californiano continua a investire ampliando il portaglio prodotti e migliorando le prestazioni. In ambito AI, ha sottolineaato Shenoy, le performance dei prodotti Intel sono migliorate complessivamente di oltre 200 volte dal 2014.

“Trovo stupefacente il fatto che il 90% dei dati globali sia stato generato solo negli scorsi due anni”, ha detto Shenoy. “E gli analisti prevedono che entro il 2025 i dati cresceranno di dieci volte per raggiungere 163 zettabyte. Dobbiamo però ancora imparare a sfruttare a pieno il loro potenziale. Non andrei molto lontano dal vero affermando che oggi solo circa l’1% dei dati viene utilizzato, elaborato e usato per decisioni di business. Immaginate allora che cosa potrebbe accadere se fossimo in grado di far leva con efficacia su molti più dati e proiettarli su vasta scala”. Shenoy ha indicato come esempio il settore dei trasporti, dove la sicurezza delle persone potrà essere enormemente potenziata grazie alla guida autonoma. C’è però bisogno di un insieme di tecnologie che lavorino all’unisono, come “computer vision, edge computing, mapping, cloud e intelligenza artificiale”. Per questo Intel ha adottato un modo nuovo di vedere il computing e la tecnologia data-centric: è una visione olistica, che implica la capacità di spostare, elaborare e conservare i dati velocemente.

Negli ultimi anni l’azienda americana ha perseguito con determinazione una strategia di diversificazione dal business tradizionale, i chip per computer, concentrandosi anche sull’offerta di potere computazione per applicazioni web-based nei data center. Shenoy ha affermato che aiutare i clienti a “spostare, conservare e elaborare i dati” è stata “la più grande opportunità nella storia dell’azienda” e ora l’attività centrata sui dati è pronta a diventare core business per il chipmaker facendo leva su analytics e AI, ma anche sullo spostamento delle attività sul cloud e la transizione delle comunicazioni mobili sul 5G. Se a queste tecnologie si aggiugono incremento del potere computazionale, innovazioni nella connettività, nello storage, nella memoria e negli algoritmi, ecco che si arriva a “un modo del tutto nuovo di concepire l’infrastruttura“, ha concluso Shenoy: una massiccia e costante produzione di dati che rende il data-centric computing “un’eccezionale opportunità da 200 miliardi di dollari”.

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