IL CENSIMENTO

Istat: 3 imprese su 4 impegnate nella digital transformation

Più propense all’innovazione le realtà con oltre di 500 dipendenti. Tra i fattori chiave del cambiamento il cloud, la fibra e la connettività mobile. Tlc, informatica e finanza i settori al top

Pubblicato il 07 Feb 2020

A. S.

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Il 77,5% delle imprese italiane utilizza tecnologie chiave di digitalizzazione o investe in questo settore. La propensione ad adottare il digitale aumenta man mano che le aziende sono più grandi: se infatti la percentuale scende al 73,2% tra le società che hanno tra i 10 e i 19 dipendenti, sale invece al 97,1% nel caso di quelle con più di 500 dipendenti.

Quanto ai settori che sono più interessati dalla digitalizzazione, a quelli cioè in cui questo processo coinvolge più del 90% del totale delle aziende, in cima alla lista compaiono le telecomunicazioni, le società impegnate con più continuità in attività di ricerca e sviluppo, l’informatica, le attività ausiliare a supporto della finanza, l’editoria e le assicurazioni e l’industria farmaceutica.

A evidenziarlo sono i primi risultati della rilevazione multiscopo legata al nuovo Censimento permanente delle imprese di Istat, integrati con i dati – prevalentemente di fonte amministrativa – presenti nei Registri statistici integrati dell’Istituto.

Dalla rilevazione emerge che sono 11 i fattori chiave della trasformazione tecnologica delle imprese italiane: si parte dalle soluzioni cloud, adottate dal 51,8% del campione, poi la connettività in fibra (41,8%), la connettività mediante 4G o 5G (32,4%), la sicurezza informatica (26%), i software per la gestione aziendale (22,1%), Internet of things (6,1%), la simulazione tra macchine interconnesse (5%), l’automazione avanzata e la robotistica (4,5%), l’analisi dei big data (4,2%), Stampa 3D (3,6%) e tecnologie immersive (1,4%).

Quanto infine alle piattaforme digitali, le imprese che le utilizzano per vendere beni o servizi sono il 9,7% del totale. Per il 39,7% si tratta di servizi di intermediazione commerciale multisettore, per il 27,9% di locazione immobiliare a breve termine e servizi turistici, e per il 12% di consegne di pasti a domicilio e i servizi alla ristorazione.

Il Censimento permanente delle imprese ha interessato un campione di circa 280 mila imprese con 3 e più addetti, spiega Istat in un comunicato, rappresentative di un universo di poco più di un milione di unità, corrispondenti al 24,0% delle imprese italiane, che producono però l’84,4% del valore aggiunto nazionale, impiegano il 76,7% degli addetti (12,7 milioni) e il 91,3% dei dipendenti, costituendo quindi un segmento fondamentale del nostro sistema produttivo. La rilevazione diretta è stata realizzata tra maggio e ottobre del 2019, l’anno di riferimento dei dati acquisiti dalle imprese è il 2018.

I due terzi delle imprese (821 mila, pari al 79,5% del totale) sono microimprese (con 3-9 addetti in organico), 187 mila (pari al 18,2%) sono di piccole dimensioni (10-49 addetti), mentre le medie (con 50-249 addetti) e le grandi imprese (con 250 addetti e oltre) rappresentano il 2,3% delle imprese osservate (24 mila unità), di cui 3 mila grandi. Più della metà delle imprese è attiva al Nord (il 29,2% nel Nord-ovest e il 23,4% nel Nord-est), il 21,4% al Centro e il 26,0% nel Mezzogiorno.

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