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L’Europa traina Xiaomi: utili meglio delle attese, ma l’outlook è in chiaroscuro

Ribaltato il rosso di un anno fa; i mercati dove il gruppo cresce di più sono l’India e il vecchio continente, grazie alla serie Mi arrivata anche in Italia. Ma per gli analisti il vendor cinese deve lavorare sul brand e conquistare più mercati di fascia alta per difendere la redditività

Pubblicato il 19 Nov 2018

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Xiaomi chiude il terzo trimestre in utile: il vendor cinese di smartphone ha battuto le attese con un utile netto di 2,48 miliardi di yuan (357,23 milioni di dollari) contro una perdita di 11 miliardi di yuan dello stesso periodo dell’anno scorso. Le media degli analisti sentiti da Refinitiv Eikon puntava su un profitto di 1,92 miliardi di yuan.

Le regioni dove Xiaomi cresce di più sono l’India (grazie alla serie low-cost Redmi) e l’Europa, dove l’azienda cinese ha fatto il debutto nel 2017 per raggiungere quest’anno nuovi mercati, Italia compresa, con i modelli della serie di gamma alta Mi 8 (commercializzato tramite Wind Tre).

I risultati della cosiddetta “Apple cinese” restano in chiaroscuro: il fatturato è in crescita del 49,1% a 50,85 miliardi di yuan, ma l’utile operativo scende del 38,4% a 3,59 miliardi di yuan. Xiaomi risente infatti del generale rallentamento del mercato smartphone, con vendite in contrazione anche sul mercato domestico.

Se da un lato i marchi cinesi low-cost si sono conquistati spazi rilevanti (Xiaomi, insieme alle sue rivali cinesi Oppo e Vivo, controlla circa un quarto del mercato smartphone nei primi sei mesi del 2018, secondo Idc), dall’altro gli analisti notano che, per far fronte alla frenata del mercato smartphone, Xiaomi deve continuare l’espansione internazionale e puntare anche sui device di fascia alta che le garantiscono margini di guadagno maggiori.

Mo Jia della società di ricerche Canalys sottolinea che per vendere cellulari più costosi Xiaomi dovrà modificare la percezione che il pubblico ha del suo brand e chequesto “è un compito ancora difficile per Xiaomi, identificata come marchio di fascia bassa, perché la maggior parte delle vendite è coperta dalla serie Redmi”.

Xiaomi sta cercando redditività da nuove aree di business, in particolare trasformandosi in una vera e propria software company. Il vendor cinese prova a staccarsi dalla concorrenza unendo al dispositivo hardware una “Internet user experience unica”: il dispositivo aggrega il traffico, il software costruisce le piattaforme e i servizi Internet generano fatturato e profitti. In vista dell’Ipo (tenutasi a luglio), il fondatore e Ceo Lei Jun ha ricordato agli investitori che Xiaomi vuol dire anche servizi Internet, in particolare pubblicità dentro le app sviluppate in casa. Nel terzo trimestre il fatturato della divisione smartphone di Xiaomi è cresciuto del 36,1% mentre quello della divisione servizi Internet ha fatto un balzo dell’85,5%. Tuttavia i cellulari rappresentano il 64,6% del fatturato totale; i servizi si fermano al 9,3%.

L’Ipo di Xiaomi, che ha raccolto 4,72 miliardi di dollari, ha portato la valutazione del vendor cinese a 54 miliardi di dollari, circa la metà di precedenti stime di mercato molto entusiastiche poi ridimensionate proprio per la difficoltà per i produttori di device di affermarsi su un mercato smartphone in rallentamento e con una competizione serrata. Anche per effetto delle vendite sui titoli tecnologici cinesi, le azioni di Xiaomi hanno perso circa il 20% del valore dalla quotazione a oggi.

Nel terzo trimestre 2018 le vendite globali di smartphone hanno registrato un calo dell’8% a 360 milioni di unità vendute, secondo Strategy Analytics, che non ha esitato a parlare di “recessione”. Si tratta del primo trimestre con il segno meno dopo quattro consecutivi in positivo, per una classifica che vede al primo posto per vendite Samsung, al secondo Huawei e al terzo Apple; a seguire i due colossi emergenti Xiaomi e Oppo che tuttavia rischiano di restare schiacciate dall’avanzata di Huawei, marchio riconosciuto anche sui mercati occidentali e i cui modelli offrono feature molto avanzate.

A fine maggio Xiaomi ha inaugurato a Milano il suo primo store italiano: il produttore cinese, che ha raggiunto la quarta posizione in Europa per volumi di vendita dopo Samsung, Apple e Huawei, è sbarcato in Italia con smartphone e dispositivi IoT e lifestyle in linea con la filosofia del Ceo Lei Jun: prodotti di gamma alta a prezzi accessibili.

Da domani, 20 novembre, Xiaomi lancerà in Italia anche Mi.com, la sua piattaforma ufficiale di e-commerce, evidenziando l’impegno dell’azienda nei confronti del mercato italiano e dei propri fan, che si concretizza portando il pacchetto completo del modello di business che include hardware, servizi Internet e new retail.

I dati della società di ricerche Canalys riferiti al terzo trimestre 2018 confermano che Xiaomi, ufficialmente arrivata in Italia solo sei mesi fa, è già il quarto marchio italiano di smartphone in termini di unità spedite. Grazie al lancio ufficiale di Mi.com, i Mi fan italiani potranno acquistare i prodotti Xiaomi in modo diretto e potranno usufruire di una garanzia completa post-vendita e di un servizio di assistenza 24/7. In occasione del Black Friday e del Cyber Monday, i due giorni più caldi per lo shopping di questa stagione, Xiaomi offrirà anche una serie di promozioni e sconti per chi farà i propri acquisti dal 23 al 26 novembre su Mi.com.

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