L’INCONTRO

L’invito di Di Maio a Google & Co: “Lavoriamo insieme per digitalizzare l’Italia”

Il vicepresidente del Consiglio incontra a Washington le Big Tech statunitensi. Sul fondo innovazione da un miliardo: “E’ aperto ai privati e sarà fondamentale per la digital transformation del Paese e per finanziare startup innovative”

Pubblicato il 28 Mar 2019

A. S.

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Lo sviluppo dell’economia italiana può ricevere un impulso importante anche dal contributo delle Big Tech statunitensi, nell’ottica di “lavorare insieme alla digitalizzazione dell’Italia e al processo di innovazione”, con l’obiettivo di “marciare insieme verso nuova economia digitale”.

Lo ha detto il vicepremier e ministro per lo sviluppo economico, Luigi Di Maio, intervenendo a Washington al convegno ”BigTech: the way forward”, organizzato nella sede dell’ambasciata italiana, dove erano presenti rappresentati dei giganti della Silicon Valley come Airbnb, Amazon, Apple, eBay, Facebook, Google, Ibm, Microsoft, Saleforce, Tesla e Virgin Galactic.

Con l’occasione Di Maio ha anche sottolineato l’importanza del fondo nazionale innovazione, istituito da Governo, che conta su un miliardo di fondi pubblici ma che – ha sottolineato di Maio – è aperto anche alla partecipazione dei privati: “Sarà fondamentale nei prossimi anni – ha aggiunto – per digitalizzare il nostro Paese e finanziare start-up innovative. Per legge, il 15% di tutti gli utili delle società partecipate italiane devono andare al Fondo. Ci siamo ispirati a fondo francese “.

Ne suo intervento il vicepremier ha posi aggiunto che l’Italia è “il primo paese in Europa che ha già introdotto la blockchain nella propria normativa equiparando la notarizzazione degli atti fatta da un notaio a quella fatta con blockchain. Gli smart contract sono realtà da dicembre nel nostro ordinamento”.

Infine un riferimento alla necessità, per l’Italia, di rivedere le normative adeguandole alle nuove sfide poste dalla tecnologia: il principio ispiratore, secondo il ministro, deve essere di consentire all’innovazione “di proliferare in Italia”, e non di ostacolarla.

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