SCENARI

L’IT soffre il lockdown: investimenti a -5,4%. Ma nel 2021 si tornerà a crescere

A trainare la crescita dell’anno prossimo sarà la spesa in enterprise software e data center: le aziende impegnate nella trasformazione digitale usciranno a testa alta dalla crisi coronavirus e saranno pronte a un futuro di innovazioni

Pubblicato il 23 Ott 2020

Patrizia Licata

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La spesa It mondiale soffre i colpi della pandemia. Secondo le ultime stime di Gartner, nel 2020 verrà raggiunto un valore di 3,6 trilioni di dollari, un calo del 5,4% rispetto al 2019. A maggio Gartner aveva previsto un calo della spesa It mondiale ancora più marcato per effetto del Covid-19, stimando un -8% a 3,4 trilioni di dollari.

Una ripresa si registrerà nel 2021, con una spesa It globale che ammonterà a 3,8 trilioni di dollari, pari a un incremento del 4% rispetto al 2020. Sono livelli di crescita lontani da quelli pre-coronavirus, ma la nota positiva è che il traino sarà la digital transformation delle imprese che traineranno il mercato investendo sui software enterprise.

I dati sul mercato It globale sono stati presentati da Gartner nel corso del suo evento virtuale IT Symposium/Xpo 2020 Americas.

Vincono le aziende digitali

Tutti i segmenti di spesa It registreranno un calo nel 2020: -3,1% per i sistemi per data center, -3,6% per l’enterprise software, -13,4% per i device, -4,6% per i servizi It e -2,% per i servizi di comunicazione. La debolezza del mercato si deve al pesante impatto del Covid-19 soprattutto su alcune industrie, come il trasporto aereo e l’intrattenimento, che risentono del prolungarsi delle misure restrittive e che quest’anno hanno ridotto la spesa del 30%. 

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Nel 2021, invece, la ripresa sarà maggiore in alcune specifiche aree, a cominciare dell’enterprise software, dove gli investimenti sono previsti in rialzo del 7,2%. Ciò si dovrà soprattutto alle iniziative di digitalizzazione delle imprese, alla necessità di dare supporto a personale che lavorerà in misura crescente da remoto (smart working) e all’esigenza di erogare servizi virtuali come l’insegnamento a distanza o la telemedicina.

“Da 25 anni Gartner fa previsioni sulla spesa It e mai abbiamo osservato tanta volatilità sul mercato”, ha affermato John-David Lovelock, distinguished research vice president, Gartner. “Tutte le industrie subiscono lo stress della pandemia, ma le aziende che già si erano messe sul cammino della trasformazione digitale stanno resistendo meglio alla crisi e cresceranno nel 2021″.

Gli investimenti in sistemi per data center saranno il secondo maggior motore di crescita del mercato It, con un +5,2% nel 2021, perché le aziende hyperscaler (gruppi enormi con volumi massicci di dati come Google e Facebook) accelereranno la costruzione dei data center a livello globale e le grandi imprese riattiveranno i piani di espansione dei data center e riporteranno il personale nelle sedi di lavoro fisiche.

In un recente report sulla spesa globale in infrastrutture per data center, Gartner ha previsto un calo del 10,3% quest’anno per effetto della pandemia, ma una ripresa dal 2021, quando gli investimenti ammonteranno a 200 miliardi di dollari, e crescita sostenuta fino a tutto il 2024.

La prova di maturità del cloud

Il rallentamento della spesa It, unita ai programmi “prova gratis prima di comprare” dei fornitori di servizi cloud, sta spostando i ricavi dell’industria del cloud computing al 2021-2022. “Il cloud ha dato un’ottima dimostrazione delle sue capacità quest’anno: ha funzionato per tutta la pandemia, permettendo la scalabilità dei progetti”, sottolinea Lovelock. “Ciò condurrà a un’accelerazione della penetrazione del cloud fino a tutto il 2022″.

Continuerà a crescere anche il concetto di distributed cloud, in cui i servizi cloud vengono distribuiti su diverse sedi fiische ma la gestione, governance e evoluzione resta responsabilità del fornitore del cloud pubblico. Entro il 2025, la maggior parte delle piattaforme di servizi cloud fornirà almeno alcuni servizi di cloud distribuito che subentrano a seconda delle necessità.

Il “muro digitale” dell’It

Nell’incertezza creata dalla pandemia di coronavirus la tecnologia giocherà un ruolo chiave nel resettare, rimettere in moto e reagire alle sfide di un “nuovo mondo”, hanno commentato gli analisti di Gartner nelle previsioni per il mondo hitech di qui al 2025 presentate durante l’IT Symposium/Xpo 2020 Americas.

Il prossimo futuro assisterà a uno stravolgimento dei paradigmi It che finora abbiamo conosciuto: entro il 2025, le tecnologie di computing tradizionali si scontreranno con un “muro digitale” che costringerà al passaggio verso nuovi paradigmi come il neuromorphic computing, il parallelismo estremo e il DNN-on-a chip, per arrivare a tecnologie come printed electronics, chemical computing e storage dei dati sul Dna, che verrà testato dal 30% delle organizzazioni di qui al 2024.

Queste evoluzioni richiederanno nuovi processori: tecnologie come intelligenza artificiale, computer vision e riconoscimento vocale, che richiedono enorme potere computazionale, diventeranno pervasive e i processori general-purpose non potranno sostenere queste innovazioni digitali.

Si aprono così enormi opportunità per l’innovazione, ma non senza problematiche di natura etica e questioni di privacy che andranno affrontate e risolte. Per esempio, entro il 2025, il 75% delle conversazioni al lavoro sarà registrato e analizzato tramite le piattaforme di messaging o di riunione a distanza su cloud. Ciò servirà alle aziende per rispettare le normative vigenti ma anche per prevedere prestazioni e comportamenti del personale, ponendo problemi di tutela dei dati personali.

Innovazioni rivoluzionarie per il “Reset of everything”

Un altro trend evidenziato da Gartner è la diffusione delle tecnologie di realtà virtuale. Alle aziende non basteranno più le esperienze fisiche: entro il 2025, il 40% delle imprese oggi basate solo su esperienze “reali” migliorerà le prestazioni finanziarie e otterrà un netto vantaggio sulla concorrenza estendendo l’attività alle esperienze virtuali e immersive a pagamento. Questa evoluzione si fonderà sulle funzionalità offerte da tecnologie come Internet of things, digital twin e virtual and augmented reality.

Ma c’è di più: tra meno di cinque anni per oltre il 20% dei prodotti messi in commercio nel mondo i consumatori che li comprano saranno i primi “umani” a toccarli. Fino all’arrivo sugli scaffali dei negozi, fisici o online, saranno i sistemi automatizzati e i robot delle fabbriche a produrli e testarli. L’automazione sarà una nuova fonte di vantaggio competitivo, sottolinea Daryl Plummer, distinguished research vice president e Gartner Fellow. Ma sarà anche fonte di disruption, con ricadute occupazionali e problemi etici da valutare fin da ora.

“Il mondo evolve più rapidamente che mai ed è fondamentale che la tecnologia e i processi siano capaci di tenere il passo per dare supporto all’innovazione digitale”, afferma Plummer. Le aziende devono attendersi un decennio di innovazioni radicali e approcci non convenzionali alla tecnologia:Le tecnologie del futuro porteranno al ‘Reset of everything’ e avranno tre punti in comune: stimoleranno una maggiore innovazione ed efficienza nelle attività produttive; saranno più efficaci delle tecnologie che sostituiscono; e avranno la capacità di trasformare l’intera società e il modo di vivere”.

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