SCENARI

Monitoraggio real time e biometria per volare in sicurezza nel post-Covid

Sita mette a disposizione soluzioni e piattaforme in linea con le regole di distanziamento sociale. Più facile l’identificazione dei passeggeri a rischio

Pubblicato il 01 Lug 2020

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Aiutare il settore del trasporto aereo a riprendere le operazioni in sicurezza e a recuperare la fiducia dei passeggeri, dopo la pandemia Covid-19. Questo l’obiettivo delle soluzioni sviluppate da Sita, fornitore globale di tecnologia per il comparto: tecnologie che consentono al passeggero di gestire sempre più fasi del viaggio prima di giungere in aeroporto e di superare i touchpoint con lo smartphone, evitando code e contatti fisici; altre che monitorano il rispetto del distanziamento nello scalo; sistemi abilitati a identificare viaggiatori “a rischio”, in coordinamento con le Autorità competenti.

Le soluzioni di Sita nascono con l’intento di rispondere alle richieste di numerosi Governi di fronte alla sfida del post-pandemia, adattando i controlli di pre-clearance alle necessità imposte dall’emergenza Covid-19. Pienamente rispettato, ad esempio, il requisito del distanziamento, favorito dall’uso di tecnologie di monitoraggio real time integrate all’analisi predittiva, che consentono agli operatori anche una pianificazione proattiva dei flussi. Inoltre, grazie a tecnologie che combinano biometria e soluzioni per il mobile, unite a soluzioni che consentono ai viaggiatori di usare i dispositivi mobile per il controllo da remoto di punti di contatto, i passeggeri non dovranno più toccare chioschi o superfici, riducendo il rischio di infezione. Nello scalo di San Francisco, per fare un esempio, la soluzione Sita Flex consente un viaggio passeggeri completamente mobile e touchless: i bag tag possono essere stampati dallo smartphone, presso i punti self-service dedicati.
Oltre a tutto questo, le soluzioni Sita per la gestione del rischio consentono alle agenzia governative di “processare” i passeggeri prima dell’imbarco (Advance passenger processing) e di analizzare i loro dati di viaggio, in modo da identificare e mitigare i potenziali rischi per la salute.

L’esperienza di Sita si fonda su una collaborazione continua e diffusa con le istituzioni di tutto il mondo alla luce dell’emergenza Covid. All’inizio della pandemia Sita ha ad esempio supportato uno scalo sudamericano nel sospendere il check-in sui voli lì diretti di passeggeri provenienti da Paesi ad alto rischio. Ha poi aiutato gli scali a identificare i passeggeri in arrivo dalle aree ad alto rischio, che sono stati poi invitati dalle Autorità ad autoisolarsi per 14 giorni per prevenire la diffusione di Covid-19. E ancora, ha adattato le operazioni per individuare i viaggiatori che in volo erano seduti nelle file intorno a questi passeggeri, in modo da applicare protocolli adeguati anche a costoro.

“Le compagnie aeree di tutto il mondo ‘hanno ripreso il volo’: le attività sono ricominciate su tutta la rete; i bagagli in circolazione sono aumentati del 55% rispetto a maggio, quando i volumi hanno raggiunto livelli negativi da record – afferma Sebastien Fabre, Vice-President Airline & Airport, SITA -. Nella lenta ripresa il settore dovrà far percepire al passeggero un sempre maggiore senso di sicurezza, bilanciando le pressioni economiche derivanti dalla bassa domanda. Per tornare a un volume di passeggeri redditizio, scali e aerolinee devono recepire velocemente le disposizioni di Autorità governative e sanitarie – in continua e rapida evoluzione – adattare le operazioni sulla base di queste, automatizzare i processi”.

“Alcune Regioni stanno autorizzando inizialmente movimenti limitati in alcune zone: questo richiede un approccio basato sull’uso di dati in tempo reale e capace di rapida reattività, per gestire situazioni in veloce evoluzione – aggiunge Jeremy Springall, Vice-President Border Management, SITA -. Elemento critico per i Governi sarà armonizzare le modalità di verifica dello stato di salute e condividere in modo efficace queste informazioni. Molti Governi per i controlli di frontiera stanno adottando un approccio a più livelli, che prende avvio in anticipo rispetto al viaggio, per identificare i passeggeri ad alto rischio prima dell’arrivo nel Paese di destinazione, allentando le restrizioni per quelli a basso rischio”.

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