L'INIZIATIVA

Nasce l’Alphabet Workers Union, il primo sindacato della Silicon Valley

225 dipendenti di Google creano il gruppo e si affiliano alla sigla “Communication Workers of America”, che rappresenta gli addetti alle Tlc negli Usa e in Canada. Al centro le rivendicazioni sui compensi, contro le molestie e sull’etica

Pubblicato il 04 Gen 2021

A. S.

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Il primo sindacato di lavoratori della Silicon Valley nasce all’interno di Google: a creare l’ “Alphabet Workers Union” sono stati 225 lavoratori del colosso di Mountain View, che hanno affiliato il gruppo alla “Communication Wokers of America”, la sigla che si è posta l’obiettivo di rappresentare i lavoratori delle telecomunicazioni degli Usa e del Canada. La notizia ha immediatamente trovato spazio sulle pagine dei più importanti statunitensi, come il New York Times, che sottolinea come il mondo dell’hi-tech sia stato finora refrattario all’ingresso dei sindacati negli uffici. Che però l’aria stesse cambiando si era iniziato a capire dalla nascita di una serie di iniziative che con sempre maggiore pressione negli ultimi mesi si sono sviluppate per chiedere una revisione delle politiche delle multinazionali delle nuove tecnologie in merito ai compensi, alle molestie sui luoghi di lavoro e sull’etica.

La formalizzazione del sindacato è prevista per le prossime settimane, grazie all’iniziativa che è stata avviata da un piccolo gruppo di persone che comprende anche due ingegneri del software, presidente esecutivo e vicepresidente del nuovo sindacato, che dichiarano al New York Times di essere convinti “che la struttura della nostra azienda debba cambiare”. “Alphabet continua a reprimere coloro che osano parlare e impedire ai lavoratori di parlare su argomenti sensibili e pubblicamente importanti, come l’Antitrust e il potere di monopolio – denunciano – Siamo gli operai che hanno costruito Alphabet. Scriviamo codice, puliamo uffici, serviamo cibo, guidiamo autobus, testiamo auto a guida autonoma e facciamo tutto il necessario per far funzionare questo colosso. Siamo entrati in Alphabet perché volevamo costruire una tecnologia che migliori il mondo. Eppure, più volte, i leader aziendali hanno anteposto i profitti alle nostre preoccupazioni”.

“Eleggeremo rappresentanti, prenderemo decisioni in modo democratico, pagheremo le quote associative e assumeremo organizzatori qualificati per garantire che tutti i lavoratori di Google sappiano che possono lavorare in un’azienda che rifletta i loro valori”, spiega l’ingegnere Dylan Baker, tra gli ideatori dell’iniziativa.

@RIPRODUZIONE RISERVATA

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