L'ANALISI

5G: no Ftth, no party: ecco perché la fibra fino a casa è l’infrastruttura definitiva

La disponibilità di una rete a banda ultralarga affidabile e con copertura del 100% sarà determinante per arrivare pronti alla svolta del futuro standard: e una volta posata, per aumentarne le prestazioni basterà soltanto cambiare gli apparati agli estremi. Ma anche le condizioni regolatorie devono essere “future proof” per permettere lo sviluppo di nuovi modelli organizzativi delle imprese. L’analisi di Augusto Preta

Pubblicato il 17 Apr 2018

Augusto Preta

fibra-ottica

E’ stato presentato ieri presso la Luiss Guido Carli lo studio congiunto Luiss Dream – ITMedia Consulting Migliore-regolazione-per-la-Gigabit-Society.-Tecnologie-abilitanti-evoluzione-dei-servizi-e-best-option-infrastrutturali. Lo studio analizza nella prima parte le prospettive economiche, tecnologiche e di trasformazione sociale, collegate allo sviluppo della Digital Economy e affronta nella seconda le questioni regolamentari e pro-competitive collegate alle migliori opzioni infrastrutturali.

L’economia digitale

La straordinaria evoluzione di Internet avvenuta negli ultimi due decenni getta le basi per una nuova era caratterizzata dalla digitalizzazione della società, grazie allo sviluppo delle reti a banda ultralarga che determinerà il raggiungimento di un livello di automazione senza precedenti, attraverso il collegamento alla rete di persone e oggetti. Tecnologie, piattaforme e sistemi innovativi come Cloud Computing, Internet of Things, Big Data & Analytics, Blockchain, Advanced robotics e 3D printing e 5G costituiscono i nuovi strumenti abilitanti della digital economy che, grazie alla sua diffusione pervasiva in tutti i settori, promette di dar luogo a una nuova era dello sviluppo economico e sociale e più in generale a una nuova e più evoluta fase dell’esistenza umana. 

La Gigabit Society

Tali fattori avranno un impatto profondo nell’ambito di quattro direttrici di sviluppo: la prima, riguarda l’utilizzo dei dati, la potenza di calcolo e la connettività, e si declina in Big data, Internet of Things e cloud computing per la centralizzazione delle informazioni e la loro conservazione. La seconda è quella degli Analytics: una volta raccolti i dati, è necessario ricavarne valore. La terza direttrice di sviluppo è l’interazione tra uomo e macchina, che coinvolge le interfacce “touch”, sempre più diffuse, e la realtà aumentata. Infine c’è tutto il settore che si occupa del passaggio dal digitale al “reale”, e che comprende la manifattura additiva, la stampa 3D, la robotica, le comunicazioni, le interazioni machine-to-machine e le nuove tecnologie per immagazzinare e utilizzare l’energia in modo mirato, razionalizzando i costi e ottimizzando le prestazioni. All’interno di questo scenario, si sviluppa dunque un nuovo paradigma industriale, che viene comunemente definito Industry 4.0. Siamo all’inizio, dunque, di una rivoluzione di dimensioni gigantesche a livello globale che coinvolgerà tutti i settori industriali e stravolgerà gli attuali modelli organizzativi e di impresa, a partire dalle singole realtà aziendali, e che trasformerà al contempo le dinamiche di mercato in tutte le sue componenti. 

Il ruolo delle infrastrutture

In questa, come in tutte le precedenti rivoluzioni tecnologiche, le infrastrutture sono alla base dello sviluppo economico. Le tecnologie abilitanti non potrebbero, infatti, esistere senza adeguate infrastrutture sottostanti. Pertanto, nella digital economy, un presupposto essenziale per una nuova fase di crescita dello sviluppo economico, è rappresentato dalla disponibilità di un’infrastruttura di telecomunicazioni a banda ultralarga estremamente affidabile, future proof e con una copertura del 100%. Solo un’infrastruttura in fibra ottica di tipo FTTH, affidabile e diffusa in modo capillare, può sostenere adeguatamente e con successo tali sfide. La fibra ottica fino a casa è l’unica soluzione che permetterà di avere tutta la banda necessaria anche in un futuro non immediato. In un certo senso, è un’infrastruttura definitiva: una volta posata, per aumentarne le prestazioni basterà soltanto cambiare gli apparati agli estremi.

Ftth e 5G

I rilevanti incrementi attesi in termini di intensità d’uso, velocità di trasferimento dati sempre più elevate e di drastica riduzione dei tempi di latenza, stanno comportando una vera rivoluzione nelle architetture e nelle logiche di gestione delle reti: virtualizzazione delle risorse e densificazione delle stazioni radio base saranno cruciali per i nuovi servizi previsti dallo standard 5G. Anche in questi casi, senza la fibra che collega le celle che collegano gli smartphone non ci sarebbe il 4G e, soprattutto, non ci sarà il 5G, caratterizzato da performance di latenza e capacità che, per essere realizzate nella massima potenzialità e senza “colli di bottiglia”, richiederanno reti in fibra ottica capillari per il rilegamento dei siti mobili. In questo scenario, l’accesso a Internet tramite una rete che sia veloce, affidabile e ad alta capacità è oggi, e lo sarà sempre più negli anni a venire, un prerequisito imprescindibile per essere competitivi. Se nei prossimi anni l’Unione Europea vuole essere leader e non follower, dovrà sostenere investimenti massicci e su larga scala per realizzare l’infrastruttura digitale di prossima generazione per mirare a quella che la stessa Unione ha denominato Gigabit Society, fissando precisi obiettivi di connettività entro il 2025 con l’obiettivo ultimo di abilitare una serie di nuovi servizi innovativi e pervasivi. In questo senso, grazie alla loro elevata velocità di trasmissione, le infrastrutture in fibra ottica di tipo FTTH agiscono da catalizzatore dei processi di adozione e utilizzo dei servizi digitali per una piena realizzazione della Digital Economy.

Le regole

Il modello regolatorio scelto per lo sviluppo delle infrastrutture digitali può influire sulle soluzioni tecnologiche. Ad esempio, la conferma della forte pressione regolatoria verso operatori con significativo potere di mercato (con esclusione di qualunque opzione di “regulatory holidays”) potrebbe deprimere la propensione di questi ultimi ad investire in reti future proof, spingendo verso una maggiore rapidità nella realizzazione dell’infrastruttura e conseguente minore qualità di quest’ultima. Alcuni dei casi esaminati dimostrano però che tale effetto negativo di un pesante quadro regolatorio potrebbe essere controbilanciato dallo stimolo costituito da una forte pressione concorrenziale da parte di operatori infrastrutturali nuovi entranti.

Il modello wholesale only

Le caratteristiche tecnologiche e gli economics delle nuove infrastrutture in fibra comportano una possibile diversa articolazione della catena del valore. Tale aspetto, unitamente alla novità del processo di infrastrutturazione, rende possibile un ripensamento dei modelli organizzativi delle imprese che forniscono reti di comunicazioni elettroniche. Da un modello di integrazione verticale totale si può passare ad un modello tripartito di operatore che realizza infrastruttura fisica, operatore che gestisce l’infrastruttura logica e operatore che fornisce servizi. Questo crea una nuova domanda ed una nuova offerta, cioè un nuovo mercato dinamico, e di conseguenza pone le basi per l’ingresso di nuovi operatori, creando i presupposti per abbattere le barriere di accesso al mercato da parte di operatori di rete non infrastrutturati. L’affermarsi di operatori wholesale only potrebbe altresì essere stimolato da scelte regolatorie che alleggeriscano su tali soggetti le attuali asimmetrie regolamentari.

I modelli di finanziamento

I modelli di finanziamento del processo di infrastrutturazione potranno ulteriormente agevolare la dinamicità del mercato, laddove il costo di realizzazione venga (almeno nelle aree meno remunerative) finanziato con risorse pubbliche. In questi casi lo stesso PIP – Physical Infrastructure Provider – non dovrà ammortizzare nel lungo periodo ingenti investimenti e potrà ad esempio adottare dei modelli di pricing nell’offerta wholesale della infrastruttura spenta più agili e meno gravosi per i vari Network Providers, abbassando ulteriormente le barriere di accesso al mercato per questi ultimi.

La scelta della tecnologia

La tecnologia sulla quale puntare per la realizzazione di reti a banda ultralarga, oltre che influenzare la qualità e varietà dei servizi, può avere un impatto anche sulle dinamiche competitive e sui modelli di business delle reti di nuova generazione. Optare per modelli basati in larga parte su infrastrutture esistenti manterrà il legame di dipendenza tra l’incumbent e gli operatori alternativi. Di conseguenza, fintanto che le infrastrutture esistenti dell’incumbent saranno essenziali anche per le NGN (in assenza dunque di una effettiva e completa concorrenza infrastrutturale) e tale operatore con significativo potere di mercato sarà presente sia nel mercato wholesale che in quello retail, potranno riproporsi le problematiche competitive che storicamente hanno caratterizzato i rapporti tra incumbent e newcomers nei mercati delle comunicazioni elettroniche. Puntare su una rete “sostitutiva”, in quanto fondata su una facility il più possibile nuova (end-to-end), rappresenta perciò una scelta future proof non solo sul piano tecnologico, ma anche su quello delle sfide regolamentari e concorrenziali nonché su quello dello stimolo alla domanda.

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