L'OPERAZIONE

Pinterest cauta verso l’Ipo: scende la forchetta di prezzo tra 15 e 17 dollari

La compagnia “sottovaluta” le azioni mentre si svolge il road show con i potenziali investitori: la valutazione è fra i 9 e gli 11,3 miliardi, sotto le stime dei venture capitalist. Per gli analisti si tratta della mossa giusta per evitare scivoloni

Pubblicato il 09 Apr 2019

Patrizia Licata

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Atteggiamento prudente per Pinterest alle soglie dell’Ipo: il social network per la condivisione di immagini e video ha fissato tra i 15 e i 17 dollari la forbice di prezzo di ciascuna azione che sarà venduta sul Nyse per l’offerta pubblica iniziale. L’operazione si terrà entro la fine della primavera e sul mercato andranno 75 milioni di azioni di Classe A: la forchetta di 15-17 dollari per share rappresenta una valutazione compresa tra 9 e 11,3 miliardi, al di sotto della stima di 12 miliardi di dollari che il business di Pinterest ha raggiunto sul mercato privato.

Fondata nel dicembre del 2009 e attiva dal 2011, Pinterest è un marchio riconosciuto con 265 milioni di utenti attivi, ma monetizzare la reputazione e la user base non è facile. Il ridimensionamento del valore dell’Ipo sembra indicare che lo stesso top management riconosce la difficoltà di attrarre interesse sul mercato azionario per una tecnologia popolare ma mai divenuta profittevole: il fatturato (quasi tutto generato dalla pubblicità) ammonta nel 2018 a 755,9 milioni di dollari mentre gli utili restano in rosso (-63 milioni, pur se in netto miglioramento rispetto al 2017).

La cautela di Pinterest riflette anche il contesto più ampio. Quest’anno si sono svolte o sono in programma alcune attese Ipo tecnologiche: Lyft si è quotata la scorsa settimana, Uber seguirà a giorni e in agenda c’è anche l’ingresso in Borsa di società più piccole come Slack (messaggistica aziendale) Zoom (video conferenze) e PagerDuty (software). Si tratta di business innovativi, basati sul digitale e – per ora – in perdita. Gli investitori sono pronti a comprare, ma si chiedono quali ritorni possano aspettarsi. Lyft, che ha debuttato con successo, ha visto scendere il valore del titolo nei giorni successivi alla quotazione.

Il mercato vuole vedere i fondamentali, spiegano gli analisti: solo colossi come Amazon possono permettersi di perdere soldi per anni e continuare a crescere e convincere con le loro attività. Per Pinterest fissare un prezzo delle azioni prudente è una mossa saggia, che evita che eventuali delusioni si traformino in capitomboli.

La decisione coincide con l’inizio del road show, l’incontro del top management con i potenziali investitori in varie città Usa. Se Pinterest raccoglierà convinte manifestazioni di interesse, potrebbe anche decidere di riportare su la valutazione del titolo. In vista dell’Ipo l’azienda ha già deciso di giocare la carta del rinnovamento del business: la scommessa che investitori e analisti dovranno valutare è la trasformazione della più utilizzata piattaforma per la condivisione delle foto in una piattaforma di e-commerce.

I finanziatori privati hanno infuso finora circa 1,5 miliardi di dollari nelle casse di Pinterest per alimentarne la crescita. Con un debutto in Borsa sotto i 12 miliardi di dollari, gli investitori più recenti andrebbero in perdita, mentre farebbero comunque ingenti guadagni gli investitori della prima ora con in mano quote importanti, colossi del venture capital come Bessemer Venture Partners, FirstMark Capital e Andreessen Horowitz.

Il maggior singolo azionista di Pinterest è il suo co-fondatore e ceo Ben Silbermann. Il 36enne imprenditore possiede l’11,4% delle azioni della società: con un’Ipo che si tiene nella parte intermedia della forchetta indicata, la quota varrà 825 milioni di dollari. L’altro co-fondatore, il 36enne Evan Sharp, oggi chief design e creative officer di Pinterest, possiede il 2,1% delle azioni.

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