IL PROGETTO

Polimi: via a Jrc, l’osservatorio sul digitale nel real estate

Il Dipartimento Abc dell’ateneo milanese, insieme alla Fondazione Politecnico di Milano, ha dato vita a un’iniziativa con cui si avvierà la ricerca nel settore del PropTech, puntando sulle tecnologie che stanno rivoluzionando il mercato immobiliare

Pubblicato il 11 Dic 2019

D. A.

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Realtà virtuale, modelli di previsione per la progettazione di case, blockchain per i pagamenti, algoritmi per calcolare il valore degli immobili. Il PropTech, neologismo che unisce Property e Technology, sta rivoluzionando il mondo del Real Estate. Al nuovo fenomeno che racchiude soluzioni e servizi innovativi nel campo immobiliare, il Dipartimento di Architettura, Ingegneria delle Costruzioni e Ambiente Costruito (Abc) del Politecnico di Milano e la Fondazione Politecnico di Milano hanno dedicato un osservatorio permanente sul tema, il Jrc – Joint Research Center Proptech.

Sono sei le aziende fondatrici del progetto: Accenture, Bnp Paribas Real Estate, Bosch, Covivio, Edison e Vodafone. Il JrcC PropTech prevede anche la presenza di partecipanti esterni, che sono Assoimmobiliare, Rics (Royal Institution of Chartered Surveyors), Ance, Assolombarda. Le imprese finanzieranno la ricerca in questo campo e collaboreranno con l’ateneo per nuove opportunità di crescita digitale del settore. L’obiettivo è realizzare, nei prossimi anni, prototipi, strumenti di intelligenza artificiale, piattaforme innovative che permetteranno di penetrare con rinnovata efficacia le nuove frontiere del mercato immobiliare e trovare soluzioni digitali e tecnologie di nuova generazione.

Lo stato dell’arte del PropTech

Jrc promuoverà anche studi e ricerche rivolti all’ambiente del costruito. Il primo di questi è il PropTech Monitor, una mappa che evidenzia le realtà innovative del mercato. A distanza di 18 mesi dalla prima mappatura, startup e aziende più consolidate, sono passate da 40 a oltre 100 operanti in Italia, di cui poco più del 10% provenienti dall’estero (Spagna, Estonia, Olanda, Portogallo, Usa, Svizzera)

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Il Monitor le riconduce a quattro categorie generali: il 30% opera nella categoria Real Estate Fintech, il 25% nella categoria Professional Service, il 25% Proptech nella categoria Sharing Economy e il restante 20% appartiene alla Smart Real Estate. Per quanto riguarda la loro nascita il 10% circa delle Proptech mappate sono nate prima del 2009, il 40% tra il 2009 e il 2015, mentre la metà si sono affacciate sul mercato negli ultimi tre anni.

In molti Paesi il fenomeno PropTech è nato qualche anno fa e costituisce già una realtà piuttosto consolidata. Tra gli esempi di maggior rilievo in Europa emergono la Svizzera e il Regno Unito. In Italia il fenomeno sembra più recente e probabilmente a causa di questo ritardo nel nostro Paese, il panorama delle PropTech Italiane resta per larga parte inesplorato.

“Il comparto immobiliare è sempre stato, per sua natura, piuttosto lento e legato a modelli di business consolidati”, dichiara in una nota Andrea Ciaramella, Responsabile Scientifico Jrc PropTech. “La crescita del mondo PropTech e, più in generale, lo sviluppo di tecnologie in grado di supportare le diverse attività della filiera, rappresenta un fenomeno senza confini che registra tassi di crescita importanti in tutto il mondo. Il 2019 ha registrato, a livello globale, finanziamenti indirizzati al settore Proptech per oltre 9 miliardi di dollari. Non dobbiamo fare l’errore di vedere questo fenomeno come antagonista del mercato tradizionale, quanto piuttosto come portatore di innovazione e di una cultura di nuovo tipo che vuole dare risposte veloci a una domanda di servizi e soluzioni che è profondamente cambiata”.

Eugenio Gatti, Direttore Generale della Fondazione Politecnico di Milano, aggiunge: “Il Joint Research Center è uno strumento efficace per realizzare progetti altamente sfidanti e multidisciplinari, favorendo una joint venture tra università, imprese e altri stakeholder. Il Jrc oggi rappresenta un modello di successo nei meccanismi di collaborazione di medio e lungo periodo per la ricerca industriale tra cluster e filiere di aziende e ateneo, in quanto risponde in modo concreto, innovativo e flessibile alle esigenze, nel caso specifico dell’ambiente costruito, proponendo soluzioni vicine ai bisogni della società del futuro, come il risparmio energetico, la mobilità intelligente e l’economia circolare”.

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