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Recovery Plan, il digitale la chiave per il rilancio di Cultura e Turismo: sul piatto 6,6 miliardi

E si arriva a 8,13 miliardi di euro con gli stanziamenti del fondo complementare. Tra gli interventi la creazione di un Hub per consentire all’intero ecosistema di valorizzare, integrare e favorire l’offerta

Pubblicato il 29 Apr 2021

turismo e cultura 4.0

Nella versione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza approvata dalle Camere aumentano le risorse destinate a Cultura e Turismo 4.0. Si tratta degli stanziamenti previsti dal punto tre della “missione 1” del documento, quella che mira a digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura. Si tratta di 6,68 miliardi di euro, 600 milioni in più rispetto a quelli che erano circolati nelle ultime bozze del provvedimento, grazie all’aggiunta dei 300 milioni destinati al cosiddetto “progetto Cinecittà”, un piano di sviluppo per l’industria cinematografica, e ai 300 milioni che andranno a finanziare il “Recovery art” progetto a suo tempo annunciato dal ministro Dario Franceschini che prevede la riqualificazione di parchi e giardini storici, la messa in sicurezza sicurezza antisismica dei luoghi di culto, il restauro del patrimonio del Fondo Edifici di Culto e la realizzazione di siti di ricovero delle opere d’arte coinvolte in eventi calamitosi. Ai 6,68 miliardi del piano nazionale di ripresa e resilienza, inoltre, sono da aggiungere – come spiega la tabella allegata al documento del Governo – gli 1,46 miliardi del Fondo Complementare, che portano il totale delle risorse disponibili per Cultura e Turismo 4.0 a 8,13 miliardi di euro. Si tratta nello specifico dei fondi del Piano Strategico Grandi Attrattori Culturali, suddivisi in 14 interventi strategici che mirano a tutelare, valorizzare e promuovere il patrimonio culturale italiano.

Obiettivo del piano per Cultura e Turismo 4.0 è “rilanciare i settori economici della cultura e del turismo, che all’interno del sistema produttivo giocano un ruolo particolare, sia in quanto espressione dell’immagine e ‘brand’ del Paese – si legge nel documento – sia per il peso che hanno nell’economia nazionale (il solo turismo rappresenta circa il 12% del PIL). Una prima linea di azione riguarda interventi di valorizzazione di siti storici e culturali, volti a migliorare capacità attrattiva, sicurezza e accessibilità dei luoghi. Gli interventi sono dedicati non solo ai “grandi attrattori”, ma anche alla tutela e alla valorizzazione dei siti minori (ad esempio i “borghi”), nonché alla rigenerazione delle periferie urbane, valorizzando luoghi identitari e rafforzando al tempo stesso il tessuto sociale del territorio. Gli interventi sono abbinati a sforzi di miglioramento delle strutture turistico-ricettive e dei servizi turistici, al fine di migliorare gli standard di offerta e aumentare l’attrattività complessiva. Questi interventi di riqualificazione/rinnovamento dell’offerta sono improntati a una filosofia di sostenibilità ambientale e pieno sfruttamento delle potenzialità del digitale, facendo leva sulle nuove tecnologie per offrire nuovi servizi e migliorare l’accesso alle risorse turistiche/culturali”.

“Si interverrà – si legge nel Pnrr – per garantire una forte accelerazione alla digitalizzazione di questi settori. Le misure di ripristino e rinnovamento del patrimonio fisico culturale saranno accompagnate da un programma di digitalizzazione volto a virtualizzare con approccio standard e ispirato alle migliori pratiche internazionali il patrimonio culturale e turistico italiano. In questo modo, da un lato si garantirà un accesso universale alle opere d’arte e dall’altro si abiliteranno iniziative di approfondimento e di divulgazione innovative. Verrà potenziata – prosegue il documento – la piattaforma web centrale del turismo italiano che, su ispirazione delle migliori pratiche messe in atto da altri paesi, funga da volano per una comunicazione di qualità del patrimonio e dell’offerta del nostro Paese e da strumento di aggregazione delle informazioni e dei servizi necessari all’incontro della domanda-offerta del turismo in Italia”.

Il patrimonio culturale per la prossima generazione

La componente espressamente digitale dell’ambito di intervento 1, “patrimonio culturale per la prossima generazione”, al quale sono destinati 1,10 miliardi di euro, è al punto 1: a “Strategia digitale e piattaforme per l’accesso al patrimonio culturale” andranno 500 milioni di euro, mentre per la rimozione delle barriere fisiche e cognitive nei musei, biblioteche ed archivi per permettere un più ampio accesso e partecipazione alla cultura vanno 300 milioni, e al miglioramento dell’efficienza energetica di cinema, teatri e musei altri 300 milioni. “Il primo intervento a sostegno del ‘patrimonio culturale per la prossima generazione’ – spiega il documento – prevede investimenti per creare un patrimonio digitale della cultura: si investirà per digitalizzare il patrimonio culturale, favorendo la fruizione di queste informazioni e lo sviluppo di servizi da parte del settore culturale/creativo. Questa linea di azione sosterrà inoltre interventi dedicati a migliorare l’accessibilità dei luoghi della cultura e la sostenibilità ambientale, in termini di efficientamento energetico, di musei, cinema e teatri (pubblici e privati)”. “Gli interventi sul patrimonio ‘fisico’ saranno accompagnati da un importante sforzo per la digitalizzazione di quanto custodito in musei, archivi, biblioteche e luoghi della cultura, così da consentire a cittadini e operatori di settore di esplorare nuove forme di fruizione del patrimonio culturale e di avere un più semplice ed efficace rapporto con la pubblica amministrazione. Una infrastruttura digitale nazionale raccoglierà – si legge nel pnrr – integrerà e conserverà le risorse digitali, rendendole disponibili per la fruizione pubblica attraverso piattaforme dedicate. Sarà inoltre sostenuta la creazione di nuovi contenuti culturali e lo sviluppo di servizi digitali ad alto valore aggiunto da parte di imprese culturali/creative e start-up innovative, con l’obiettivo finale di stimolare un’economia basata sulla circolazione della conoscenza”.

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L’industria culturale e creativa 4.0

Il punto 3 riguarda poi l’Industria culturale e creativa 4.0, e avrà a disposizione 460 milioni. 300 serviranno per il progetto di sviluppo dell’industria cinematografica, e 160 andranno al consolidamento delle competenze per gli operatori della cultura per gestire la transizione digitale e verde. Una linea di azione che mira a “sostenere la ripresa delle attività culturali incoraggiando l’innovazione e l’uso della tecnologia digitale lungo tutta la catena del valore, mira a supportare la capacità e l’azione degli operatori culturali e creativi di attuare approcci innovativi, anche attraverso mezzi digitali, e accrescere le proprie capacità gestionali ed economiche”.

Il turismo 4.0

Il punto 4 è quello che riguarda il Turismo 4.0. Avrà a disposizione 2,4 miliardi di euro, con 100 milioni che saranno utilizzati per creare l’Hub per il turismo digitale e 1,8 miliardi che andranno a fondi integrati per la competitività delle imprese turistiche e 500 milioni al programma Caput Mundi, Next generation Eu per grandi eventi turistici.

“Gli investimenti previsti – si legge nel Pnrr – sono volti al miglioramento delle strutture turistico[1]ricettive e dei servizi turistici, riqualificando e migliorando gli standard di offerta, con il duplice obiettivo di innalzare la capacità competitiva delle imprese e di promuovere un’offerta turistica basata su sostenibilità ambientale, innovazione e digitalizzazione dei servizi. L’azione include interventi di riqualificazione e ammodernamento delle imprese che operano nel comparto turistico per potenziare il loro livello di digitalizzazione. Si promuoveranno modelli innovativi di organizzazione del lavoro, anche attraverso lo sviluppo dei network e altre forme di aggregazione per sviluppare le competenze, digitali e non, degli operatori del settore attraverso l’accesso ad una formazione qualificata”.

L’Hub del turismo digitale

L’obiettivo del progetto è creare un Hub del turismo digitale, accessibile attraverso una piattaforma web dedicata, che consenta il collegamento dell’intero ecosistema turistico al fine di valorizzare, integrare, favorire la propria offerta.

Tre le linee d’intervento dell’investimento: la messa a scala del portale Italia.it migliorandone l’interfaccia utente, integrandolo con fonti di dati aggiuntive, ampliandone il portafoglio servizi a disposizione del turista e delle professioni turistiche. “L’implementazione di contenuti editoriali tematici e rivolti a specifici target – si legge nel documento – anche utilizzando i canali social, è finalizzata ad aumentare l’attrattività per la scelta delle destinazioni di viaggio e la scalabilità del portale”. Si prevede anche lo sviluppo di un data lake e l’adozione di modelli di intelligenza artificiale “per analizzare (in forma anonima) i dati sul comportamento online degli utenti e i flussi turistici in aree di maggiore e minore interesse, al fine di una migliore segmentazione della domanda il sistema di data analytics aggrega in infografiche i dati settoriali a disposizione dell’ecosistema degli operatori del settore”. La misura prevede inoltre lo sviluppo di un “Kit di supporto per servizi digitali di base” “a beneficio degli operatori turistici di piccole e medie dimensioni nelle zone più arretrate del Paese. I risultati attesi intendono rafforzare gli operatori più deboli nella sfida della trasformazione digitale – spiega il documento – supportandoli nell’espansione e nel potenziamento della qualità dei servizi erogati”.

@RIPRODUZIONE RISERVATA

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