TRADE WAR

Terre rare, la Cina rilancia: “Niente export verso chi vuole impedire il nostro sviluppo”

Il ministro del Commercio chiarisce la posizione di Pechino, che aveva ventilato un blocco dell’esportazione agli Usa dei preziosi minerali usati nell’hi-tech: nessuna escalation, per ora, ma tolleranza zero verso i paesi che vogliono “soffocare” l’economia del Paese

Pubblicato il 30 Mag 2019

Patrizia Licata

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La Cina è pronta a soddisfare la domanda di terre rare degli altri paesi, ma non accetterà che gli altri paesi che usano le terre rare della Cina cerchino di soffocare lo sviluppo economico della Cina. Lo ha dichiarato in conferenza stampa Gao Feng, portavoce del ministro del commercio cinese.

Le affermazioni, riportate da Reuters, hanno un significato inequivocabile: pur senza citare gli Stati Uniti, Pechino fa sapere a Donald Trump che preferirebbe evitare di ricorrere a una ritorsione alla trade war basata sul blocco delle esportazioni delle terre rare verso gli Stati Uniti, ma la pazienza sulla guerra dei dazi e il caso Huawei è agli sgoccioli.

La Cina sostiene un approccio di apertura e “scambio cooperativo”, ha detto Gao Feng, e ha aggiunto che la Cina, primo fornitore mondiale di terre rare, “è pronto a soddisfare una domanda ragionevole” di questi minerali, ma “se un paese vuole usare le terre rare esportate dalla Cina per costruire prodotti per sopprimere lo sviluppo della Cina”, questo sarebbe “difficile da accettare”.

Le terre rare sono un gruppo di 17 elementi chimici. Sono elementi, appunto, disponibili solo in limitate aree del mondo: prevalentemente in Cina, sede del 37% delle riserve mondiali, e poi in Cile e in alcuni paesi in Africa, spesso in miniera di proprietà di aziende cinesi. Le terre rare sono usate in dispositivi per l’Ict, l’energia e la difesa: si va dai catalizzatori per la raffinazione del petrolio ai magneti per turbine eoliche, dalle auto elettriche ai motori degli aerei fino a decine di altri dispositivi, dall’elettronica di consumo alle attrezzature militari. Satelliti, sistemi di difesa, fibra ottica, superconduttori, lettori Dvd, schermi digitali, televisori, laser sono tra i prodotti che dipendono dalle forniture di terre rare.

La scorsa settimana il presidente cinese Xi Jinping, durante una visita a una fabbrica in un’area remota della Cina, ha fatto cadere in un passaggio del suo discorso l’ipotesi bando delle terre rare per gli Usa. Una decisione del genere  ribalterebbe i rapporti di forza nello scontro tra Washington e Huawei, perché un blocco delle terre rare colpirebbe drammaticamente l’economia americana.

L’ipotesi ventilata da Xi Jinping avrebbe spinto l’amministrazione Trump a sospendere il bando a Huawei per 90 giorni: il rischio di far scalare lo scontro portandolo sul piano delle terre rare creerebbe un danno enorme a moltissimi settori industriali americani, dalle raffinerie di petrolio alle turbine eoliche fino ai motori degli aerei di linea e militari, da aziende che vanno da Lockheed Martin a Bae Systems per arrivare ad Apple e ai suoi iPhone.

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