MERCATO

Uber stringe sull’Ipo: prezzo tra i 44 e i 50 dollari per azione

La società del ride hailing opta per una stima prudente che mantiene la valutazione complessiva sotto i 100 miliardi dollari: ma anche così sarà l’Ipo più grande dopo Alibaba. Debutto al Nyse previsto per inizio maggio. il 29 aorile via al roadshow con gli investitori

Pubblicato il 26 Apr 2019

Patrizia Licata

app Uber

Uber svela i termini della sua offerta pubblica iniziale: il prezzo del titolo sarà compreso tra 44 dollari e 50 dollari e l’obiettivo è raccogliere sul mercato fra gli 8 e i 10 miliardi di dollari. Questo vorrebbe dire per il colosso californiano del ride hailing raggiungere con l’Ipo una valutazione intorno ai 90 miliardi, al di sotto di quella fornita da alcuni analisti (tra 100 e 120 miliardi) e più vicina alla valutazione di 76 miliardi di dollari raggiunta sul mercato privato. Lo riportano oggi le agenzie di stampa Bloomberg e Reuters.

L’azienda dei passaggi via app continua dunque a muoversi lungo la linea della moderazione suggerita dalla deludente Ipo dell’omologa Lyft, le cue azioni venivano scambiate ieri a New York a un valore del 22% inferiore al prezzo di debutto.

Gli investitori mostrano scetticismo sulla capacità degli operatori del ride hailing di sfornare un utile e, benché Uber abbia dimensioni molto maggiori della sua rivale (un fatturato cinque volte più grande e attività in 70 paesi del mondo), la scelta del top management resta quella di non “pompare” le aspettative per evitare un tonfo in Borsa. Una quotazione da 8-9 miliardi di dollari renderebbe comunque Uber l’Ipo più ricca dopo quella di Alibaba del 2014.

I top manager di Uber daranno il via al roadshow con gli investitori questo lunedì; l’azienda dovrebbe fare il suo ingresso al Nyse all’inizio di maggio. Il roadshow include una serie di tappe negli Stati Uniti più una puntata a Londra.

Nella sua Ipo Uber venderà 180 milioni di azioni più altre 27 milioni vendute dai dipendenti e investitori attuali. Nel prospetto depositato presso l’ente regolatore di Borsa, la Sec, Uber ha indicato per il primo trimestre 2019 una perdita netta di circa 1 miliardo e revenue di circa 3 miliardi. Nel 2018 l’azienda ha perso 3 miliardi di dollari.

Gli utenti attivi mensili delle varie piattaforme Uber (ride hailing ma anche Uber Eats) sono 91 milioni alla fine del 2018, in aumento del 33,8% rispetto al 2017, ma la crescita è inferior al +51% messo a segno nel 2017 rispetto al 2016. Il fatturato dell’anno scorso ammonta a 11,3 miliardi di dollari, in aumento del 42% rispetto al 2017, ma il ritmo di crescita è anche qui in rallentamento: nel 2017 le revenue erano salite del 106% rispetto al 2016. L’azienda ha già messo in guardia il mercato riferendo che le spese operative sono in costante aumento e affermando che Uber “potrebbe non raggiungere mai la profittabilità”.

Nel road show con gli investitori il ceo Dara Khosrowshahi dovrà convincere su alcuni punti essenziali. Innanzitutto, l’affidabilità delle tecnologie di automazione dei veicoli su cui Uber lavora dopo l’incidente mortale dell’anno scorso in Arizona con un’auto driverless di Uber. Khosrowshahi dovrà spiegare come la sua aziende intende impiegare l’automazione in modo sicuro nel suo business: la transizione alle auto-robot è considerata dagli analisti importante per tagliare i costi degli autisti.

Secondo punto da chiarire è l’impatto della disputa legale con Waymo, la società di Google per la guida autonoma che accusa Uber di averle sottratto segreti industriali. Nei documenti depositati alla Sec Uber rivela che potrebbe essere costretta a pagare a Waymo delle licenze per usare alcune sue tecnologie oppure subire dei ritardi nello sviluppo della propria tecnologia driverless.

Infine, c’è la cultura aziendale. Khosrowshahi dovrà rassicurare gli investitori sul fatto che Uber è fuori dagli scandali che l’hanno colpita e segue le regole: la società ha subito cause per molestie sessuali, ha svelato con mesi di ritardo un massiccio data breach e ha usato sulle sue auto un software per sfuggire ai divieti imposti da alcune città al servizio di ride hailing.

In compenso il ceo potrà sfoderare una carta vincente: il ruolo di player dominante che Uber si è costruita. In molti dei paesi in cui è attiva Uber è l’azienda del ride hailing con la maggior quota di mercato e gli analisti considerano cruciale la capacità di realizzare economie di scala per arrivare alla profittabilità.

@RIPRODUZIONE RISERVATA

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