LA PROPOSTA

“Un’Authority unica per il Digitale, asse Agcom-Privacy”

Fondere le due Autorità per esercitare maggior potere contrattuale e di moral suasion nei confronti delle piattaforme globali. La proposta del Commissario Agcom Antonio Nicita

Pubblicato il 22 Gen 2019

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Fondere l’Authority delle Comunicazioni e il Garante per la Privacy. Con l’obiettivo di dare vita ad un’Authority italiana per il Digitale. È questa la proposta del Commissario Agcom Antonio Nicita secondo il quale un’authority unica di regolazione, frutto della fusione paritetica fra le due entità, consentirebbe “di esercitare un maggior potere ‘contrattuale’ e di moral suasion nei confronti delle piattaforme globali”.

“Il campo regolatorio dell’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni e quello del Garante per la protezione dei dati personali appaiono sempre più sovrapponibili”, ha detto Nicita in occasione del Convegno “Verso un nuovo codice delle comunicazioni elettroniche. Il ruolo di Agcom”, organizzato dall’Università degli Studi di Napoli Federico II. Non ci sarebbero invece sovrapposizioni di sorta con l’Antitrust – tema di cui si è molto dibattuto nel corso degli ultimi anni – “che ha una sua specificità ed autonomia”, ha puntualizzato il Commissario il quale ha invitato a porre l’attenzione sul tema delle nuove regole.

“Il tema è quello di comprendere se sia necessaria una nuova regolazione pubblica e indipendente, ancorata al benessere sociale, volta a prevenire posizioni dominanti durature, a garantire forme di pluralismo nel web, a restituire la piena proprietà del dato agli utenti, anche facendone emergere il valore nella transazione economica relativa”. E secondo Nicita “il proliferare di competenze diverse ad authority distinte non è certo d’aiuto, non solo perché possono sempre manifestarsi obiettivi diversi tra le varie autorità indipendenti, ma soprattutto perché questi obiettivi potrebbero essere segmentati o addirittura confliggenti”.

Per questo motivo, rimarca Nicita, “sarebbe auspicabile una fusione di Agcom e Garante per la privacy, le cui competenze, sancite a livello europeo, resterebbero intatte e costituirebbero un importante tassello nel percorso per la costruzione di un mercato regolato dell’uso del dato, che va affidata al legislatore”. Una proposta di questo genere – ha concluso Nicita – avrebbe il vantaggio di “poter essere realizzata da subito, a normativa vigente, dando poi spazio al Parlamento di legiferare ulteriori aggiustamenti, nel solco europeo, con un processo progressivo e graduale”.

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