L'OPERAZIONE

Virgin Media-O2, l’Antitrust Uk dà il primo ok alla fusione da 36 miliardi

Si è conclusa l’istruttoria della Cma iniziata a dicembre: secondo l’Authority l’unione delle due compagnie non comporterebbe riduzione della concorrenza o prezzi più elevati per i consumatori finali relativamente alle tariffe di telefonia mobile. Avanti tutta sulla roadmap: si punta alla chiusura del procedimento intorno alla metà dell’anno

Pubblicato il 14 Apr 2021

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Via libera provvisorio della Cma, autorità antitrust del Regno Unito, alla fusione degli operatori telecom Virgin Media e O2, per un’operazione dal valore di circa 36 miliardi di euro (31 miliardi di sterline). L’istruttoria della Cma era stata aperta lo scorso mese di dicembre: oggi il primo responso, secondo cui “l’unione delle due compagnie non dovrebbe creare una sostanziale riduzione della concorrenza o generare prezzi più elevati per i consumatori britannici nel mercato della telefonia mobile”, dal momento che i servizi offerti dalle due compagnie sono differenti e il ramo telefonia mobile di Virgin Media è piccolo in rapporto a quello di O2.

Immediata la reazione positiva dei protagonisti: “Continuiamo a lavorare in modo costruttivo con la Cma per ottenere un risultato positivo e ci aspettiamo la chiusura del procedimento intorno alla metà di quest’anno”, affermano. L’ok mette un primo paletto nel processo di nascita di un nuovo campione nel settore delle tlc britanniche, mercato nel quale si confronterà con il numero uno, Bt, e con il suo concorrente, Vodafone. Le due società hanno già iniziato a prepararsi all’integrazione dopo aver nominato Lutz Schüler, capo di Virgin Media, come amministratore delegato della società combinata la scorsa settimana.

Un parere che era atteso

La fusione tra O2, filiale della spagnola Telefonica e Virgin Media, di proprietà della statunitense Liberty Global, era stata annunciata nel maggio dello scorso anno. Liberty Global e il gruppo spagnolo Telefonica, rispettivamente proprietari dei marchi Virgin Media e O2, avevano raggiunto un accordo per combinare le proprie operazioni nel maggio 2020, accordo che unirà il secondo fornitore in ordine di grandezza nel mercato della banda larga e il primo in quello della telefonia mobile.

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La Cma era preoccupata che, dopo la fusione, Virgin Media e O2 avrebbero potuto essere incentivati ad aumentare i prezzi o ridurre la qualità di quei servizi, “alla fine portando a un accordo peggiore per i consumatori del Regno Unito”. Sono state proprio queste preoccupazioni a dare via all’istruttoria “di fase 2” che ha approfondito il quadro della possibile fusione. Alla luce dellondagine, l’Autorità ha concluso che esiste una concorrenza sufficiente per gli accordi all’ingrosso da parte di rivali, come BT e la sua sussidiaria Openreach, nonché di player minori. L’operazione non dovrebbe quindi comportare rischi al libero mercato e può procedere.

Il parere positivo del Cma era in realtà atteso, dato che nel 2016 l’ente aveva permesso l’acquisto di EE da parte di BT, per 12,5 miliardi di sterline (14,4 miliardi di euro), in un accordo dalle caratteristiche simili. L’accordo tra Virgin Media e O2 dovrebbe creare una joint venture in cui ognuna delle due compagnie possederà il 50 per cento del capitale.

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