STRATEGIE

War Trade Usa-Cina, faccia a faccia tra Trump e Cook di Apple

Agenda piena per l’incontro avvenuto nel New Jersey fra il presidente degli Stati Uniti e il numero uno del gruppo. Al centro lo scontro con il Paese asiatico che rischia di danneggiare il business della Mela. Ma l’esito rimane top secret

Pubblicato il 13 Ago 2018

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Faccia a faccia Trump-Cook nel New Jersey dove il presidente Usa si trova in vacanza. “Top secret” il contenuto dell’agenda, ma i temi di cui i due hanno dibattuto sono stati molteplici, secondo gi osservatori Usa: dalla guerra commerciale con la Cina alle politiche sull’immigrazione. “Non vedo l’ora di vedere Tim Cook, sta investendo grandi quantità di dollari negli Stati Uniti “, aveva detto Trump in un tweet annunciando la cena a due che si è svolta a Bedminister. Anche se – notano i giornali Usa – non risulta che Apple abbia annunciato nessun piano al riguardo.

Tutto fa pensare che al top dell’agenda ci siano stati gli effetti della guerra commerciale ingaggiata dagli Stasti Uniti con la Cina, che potrebbero avere pesanti ricadute anche per Apple nonostante le rassicurazioni che Trump avrebbe fatto in questo senso. In più di un’occasione il Ceo dell’azienda ha disapprovato pubblicamente l’imposizione di tariffe commerciali: in una conference call del 31 luglio, ha detto di sperare che “prevalgano i toni pacati” nell’escalation dei dazi. “La nostra opinione – ha detto Cook – sulle tariffe è che si presentino come una tassa sul consumatore e possano rivelarsi come una zavorra per la crescita economica”.Questo perché anche Apple potrebbe restare intrappolata nello scontro: la tassa del 10% minacciata sui prodotti che arrivano dal paese asiatico potrebbe colpire molti dei device che fanno parte delle attività alternative ai computer Mac e ai cellulari iPhone, accessori ad alto valore aggiunto e veloci tassi di crescita come il wearable Apple Watch, le cuffie AirPod e gli altoparlanti per la casa intelligente HomePod.

A giugno il New York Times aveva riportato che il presidente Trump si era incontrato con Tim Cook e si era offerto di lasciar fuori gli iPhone dalla guerra commerciale con la Cina, notizia poi smentita dal consulente della Casa Bianca Peter Navarro. Il Ceo di Apple fino a quel momento poteva comunque dormire sonni tranquilli: le sue relazioni con la Cina sono di lunga data tanto da spingere alcuni analisti ad affermare che Apple sarebbe rimasta al riparo anche con l’intensificarsi della Trade War.

Nel mese scorso Trump ha tuttavia inasprito il braccio di ferro commerciale con la Cina a tal punto da annunciare un nuovo round di dazi che, per la prima volta, colpisce prodotti consumer. Questi dazi (che dovrebbero entrare in vigore tra un mese mese) si aggiungono a quelli entrate in vigore il 6 luglio; la nuova lista nera, tassata del 10%, include beni di largo consumo importati dalla Cina per un valore complessivo di 200 miliardi di dollari.

Quanto alle politiche sull’immigrazione nel corso dello scorso anno un gruppo di aziende della Silicon Valley aveva scritto una lettera al presidente americano affinché lasciasse intatto un provvedimento deciso dal suo predecessore Barack Obama in tema di immigrazione. Si tratta del programma Deferred Action for Childhood Arrivals (Daca) che evita un’espulsione per gli immigrati privi di permesso di soggiorno che entrarono in Usa da bambini: “La nostra economia – il contenuto della lettera – perderebbe 460,3 miliardi di dollari di Pil e 24,6 miliardi di contributi”.

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