FISCO

Web tax, Francia e Usa a caccia di un compromesso

Quindici giorni per trovare l’accordo con Washington in sede Ocse, fa sapere il ministro delle Finanze francese Bruno Le Maire dopo aver incontrato il segretario americano al Tesoro Mnuchin. Si punta a scongiurare i dazi sulle importazioni da Parigi, minacciati dalla Casa Bianca

Pubblicato il 08 Gen 2020

Patrizia Licata

web-tax-170531111634

Due settimane di tempo per trovare un compromesso sulla web tax: Francia e Stati Uniti proveranno nei prossimi giorni a trovare una soluzione sulla tassa che colpisce i colossi del digitale. Lo ha dichiarato il ministro francese delle Finanze, Bruno Le Maire, aggiungendo che Parigi ha pieno appoggio da parte dell’Unione europea sull’equa tassazione delle Big Tech. “Ho avuto una lunga chiacchierata col segretario americano al Tesoro Steven Mnuchin. Abbiamo deciso di intensificare gli sforzi per cercare di trovare un compromesso, in ambito Ocse, sulla digital tax”, ha affermato Le Maire in conferenza stampa – secondo quanto riportato da Reuters – dopo l’incontro a Parigi con il commissario Ue al Commercio Phil Hogan. “Ci siamo dati esattamente 15 giorni, ovvero fino al nostro prossimo incontro, previsto a fine gennaio ai margini della conferenza di Davos”, ha detto il ministro riferendosi al meeting del World economic forum.

Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump si è detto pronto a una pesante rappresaglia contro la Francia: Washington considera la digital tax di Parigi una misura che prende specificamente di mira le aziende a stelle e strisce. Il presidente Usa ha invocato dazi su formaggi, champagne, borse e profumi agitando lo spettro di un crollo delle esportazioni dei prodotti più rappresentativi del Made in France. Ma i dazi alla Francia potrebbero essere totali, ovvero coinvolgere il 100% delle merci francesi vendute in America per un valore di oltre 2,5 miliardi di euro, se verrà concretizzata la tassazione punitiva minacciata dallo US Trade Representative Robert Lighthizer.

Per gli Usa la digital tax francese è “protezionismo”

La web tax approvata da Parigi lo scorso luglio prevede un’aliquota del 3% su ricavi superiori a 750 milioni di euro su scala globale di cui almeno 25 milioni in Francia e derivanti dai servizi digitali delle società del web. Si applicherà retroattivamente dal 1 gennaio 2019 e frutterà 400 milioni di euro solo per quest’anno. Gli uffici di Lighthizer hanno condotto uno studio che ha concluso che la web tax francese andrà a danneggiare direttamente le aziende tecnologiche americane. “Lo US Trade representative è impegnato a contrastare il crescente protezionismo degli stati membri dell’Ue che prende di mira ingiustamente le aziende americane, sia con tasse sui servizi digitali sia con altre misure dirette contro le aziende americane dei servizi digitali”, ha affermato Lighthizer.

WHITEPAPER
Cosa si può chiedere a ChatGPT? Scarica la guida 2023: consigli per l’uso, esempi ed opinioni

Anche l’Italia è finita nel mirino di Trumpl’amministrazione americana ha detto valuterà misure simili a quelle minacciate contro la Francia, visto che nella legge di Bilancio per il 2020 il nostro paese ha previsto un’aliquota del 3% per i colossi del web. “Gli Stati Uniti agiranno contro i regimi di digital tax” che discriminano le aziende americane come Google, Apple, Facebook e Amazon, ha affermato l’alto rappresentante al Commercio Usa.

Tra Usa e Ue è “guerra commerciale”

Parigi sottolinea che la tassa non è sulle imprese statunitensi ma sui servizi digitali. “Noi non rinunceremo mai alla nostra intenzione di tassare in modo giusto i giganti tecnologici”, è la posizione del ministro delle Finanze francese Le Maire. Le Maire ha risposto alle minacce di ritorsione di Trump definendole “inaccettabili” e invocando una “reazione forte dell’Ue”. “Questo non è il comportamento previsto dagli Stati Uniti nei confronti di uno dei suoi principali alleati, la Francia e in generale l’Europa”, ha detto il ministro.

Ora Le Maire ha chiarito che esiste “una questione più generale tra Stati Uniti e Europa”. Il ministro francese ha sottolineato che altri paesi Ue stanno lavorando sulle loro web tax nazionali e ricordato comunque che qualunque regola frutto di un accordo internazionale sulla tassazione delle imprese digitali sostituirà  la legge francese. “Vogliamo davvero un accordo sulla digital tax in ambito Ocse o intendiamo darci battaglia sapendo che non è uno scontro tra Francia e Stati Uniti ma un conflitto commerciale tra l’Ue e gli Usa?”, ha continuato Le Maire. Il ministro francese si è augurato che gli Usa non impongano sanzioni nel corso delle due settimane di “tregua”: qualunque misura punitiva da parte di Washington significherebbe la fine dei negoziati.

Nella sua prima visita ufficiale a Parigi come commissario Ue al Commercio, Phil Hogan ha dichiarato che la Commissione europea “sosterrà la Francia” nella sua disputa sulla web tax con Washington. Hogan ha anche detto di aver parlato con Le Maire dei rapporti commerciali con la Cina e di riforma dell’Organizzazione mondiale del commercio (il Wto); Hogan intende incontrare la controparte americana per cercare un terreno comune su questi temi.

@RIPRODUZIONE RISERVATA

Valuta la qualità di questo articolo

La tua opinione è importante per noi!

Argomenti trattati

Approfondimenti

D
dazi
W
web tax

Articolo 1 di 2