TRADE WAR

Web tax, il governo americano minaccia ritorsioni contro l’Italia

L’Ufficio del Rappresentante del Commercio sostiene che la decisione di tassare localmente i ricavi dei giganti internet, presa anche da India e Turchia, discrimina le aziende a stelle e strisce. E per questo, pur non intraprendendo azioni immediate, mette al vaglio “tutte le opzioni disponibili”

Pubblicato il 07 Gen 2021

Domenico Aliperto

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Il governo americano prende posizione contro la webtax. Secondo l’amministrazione, le decisioni di Italia, India e Turchia di tassare localmente i ricavi dei giganti internet discriminano infatti le aziende a stelle e strisce. Ma al momento gli Stati Uniti non intraprenderanno alcuna azione. A dirlo è l’Ufficio del Rappresentante del Commercio americano, assicurando comunque che continuerà a “valutare tutte le opzioni disponibili“.

La conclusione dello United States Trade Representive

Più nello specifico, lo United States Trade Representive è giunto alla conclusione che le tasse sui servizi digitali adottate dall’India, dall’Italia e dalla Turchia “sono discriminatorie nei confronti delle società Usa, incompatibili con la tassazione internazionale e sono un peso sul commercio Usa o lo limitano”. È quanto si legge in un comunicato diffuso nella serata di ieri dalla stessa istituzione.

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Le indagini della sezione 301 sui tre Paesi sono iniziate nello scorso giugno, assieme a quelle che riguardano Austria, Brasile, Repubblica ceca, Ue, Indonesia, Spagna e Regno Unito e i cui esiti saranno pubblicati prossimamente, aggiunge lo United States Trade Representive. L’annuncio è stato fatto nello stesso giorno in cui era prevista l’entrata in vigore dei dazi supplementari per 1,3 miliardi di dollari su alcuni dei prodotti francesi più esportati come lo champagne, i cosmetici e le borse introdotti contro la Francia per la webtax. Parigi ha confermato che nel 2020 preleverà la tassa nei confronti dei big del web d’Oltreoceano, cioè Google, Amazon, Facebook e Apple. La tregua che era stata raggiunta un anno fa tra Francia e Usa in materia è quindi a tutti gli effetti scaduta ieri.

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