CYBERCRIME

Banking online, scatta l’allarme “vishing”: ecco la truffa svuota-conto

Punta alla sottrazione di password e denaro il nuovo fenomeno che sfrutta sms e telefonate da falsi numeri verdi. Ma spetta all’istituto finanziario “sventare” la trappola. La denuncia dell’associazione Codici

Pubblicato il 22 Gen 2021

CALL

Sms che notificano accessi fraudolenti all’home banking. Telefonate da falsi numeri verdi. Il tutto al fine di sottrarre dati personali e denaro. Succede con il vishing, acronimo di voice phishing, truffa in via di affermazione anche in Italia. Lo denuncia l’associazione Codici che mette in guardia i consumatori attraverso un caso, si legge in una nota, “che vuole essere anche un richiamo alla responsabilità per le banche”.

“Stiamo seguendo la disavventura di un consumatore – spiega Ivano Giacomelli, segretario nazionale di Codici – che è stato prima vittima di vishing e poi dell’atteggiamento scorretto della propria banca”.

Furto di codici via sms e telefonate

Tutto nasce da un sms con cui l’istituto apparentemente comunica al cliente un tentativo fraudolento di accesso all’home banking. Dopo pochi minuti una telefonata – dal numero verde riconducibile alla banca – informa dei tentativi di accesso non autorizzato sull’ account, e avverte che per bloccare i malfattori servono i codici di sicurezza che sarebbero stati comunicati via sms. “Nel frattempo – spiega ancora Giovannelli -, un’email informa il cliente di una serie di transazioni per un importo complessivo di circa 3mila euro”.

Fatta la denuncia ai carabinieri, dopo 6 mesi arriva finalmente la risposta della banca alla richiesta di riaccredito ma “con stupore e rammarico, il consumatore legge il rifiuto dell’istituto, che sostiene di non avere responsabilità”.

Spetta alla banca il compito di verificare

Ma si tratta di “un ‘no’ scorretto e inaccettabile”. La banca, infatti, spiega l’associazione, avrebbe dovuto verificare la sicurezza del numero verde intorno a cui ruota la truffa. “L’Arbitro Bancario Finanziario, in un caso analogo – sottolinea Giacomelli – si è espresso a favore del risparmiatore coinvolto, stabilendo che deve essere rimborsato”.

La Corte di Cassazione stabilisce che la banca è tenuta a risarcire il cliente se il prelievo non è riconducibile alla sua volontà e deve adottare misure idonee a verificare l’effettiva riconducibilità al cliente delle operazioni effettuate con strumenti elettronici.

Nel caso specifico, l’associazione si dice “pronta all’azione legale per tutelare” il cliente. E invita i consumatori a prestare “massima attenzione” a telefonate da chi si presenta come un operatore della banca. “È importante – fa sapere Codici – non comunicare dati sensibili. Nel caso di dubbi, si può chiedere un numero di telefono fisso rintracciabile da ricontattare, oltre alla qualifica dell’operatore. E poi è bene denunciare subito l’accaduto alle forze dell’ordine”.

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