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Bitcoin, l’attacco di Stiglitz: “Va vietato”. La Ue apre il dossier

“Regolare la moneta virtuale vorrebbe dire farla sparire: senza gli usi illeciti nessuno la vorrebbe più”, sostiene il premio Nobel a World Economic Forum di Davos. Intanto all’Ecofin il commissario Dombrovskis annuncia un tavolo di lavoro sulle criptovalute

Pubblicato il 23 Gen 2018

Patrizia Licata

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Gli esperti di economia riuniti a Davos per il World economic forum mettono in guardia sulla bolla speculativa legata alle monete come bitcoin. Bocciatura completa arriva dall‘economista premio Nobel Joseph Stiglitz, intervistato da Bloomberg Tv a margine del Wef, secondo cui bitcoin non ha alcuna funzione utile, a parte l’elusione della legalità, e deve essere dichiarato fuori legge. “Abbiamo già un buon mezzo di scambio che si chiama dollaro, perché le persone vogliono i bitcoin? Per garantirsi l’anonimato”, afferma Stiglitz.

Anche per la diffusione dei pagamenti digitali, che già molte banche adottano, non c’è bisogno del bitcoin, secondo il premio Nobel: “La mia sensazione è che, una volta regolamentato, e ostacolate quindi le attività illegali come il riciclaggio, la richiesta di bitcoin crollerebbe: regolarlo per impedire gli abusi significherebbe cancellarne l’esistenza”.

La Commissione europea condivide l’allarme sul possibile utilizzo delle valute digitali per il riciclaggio di denaro, oltre che sui potenziali rischi per la stabilità finanziaria: ai margini del vertice Ecofin di Bruxelles, il vicepresidente della Commissione Valdis Dombrovskis, responsabile dell’euro e della stabilità finanziaria, ha invitato gli Stati membro a recepire il prima possibile le regole europee contro il riciclaggio di denaro. “Le regole che abbiamo concordato a dicembre metteranno lo scambio di criptovalute e i fornitori di servizi di custodia nell’ambito della sorveglianza antiriciclaggio: questo significa meno anonimato, più tracciabilità. Esortiamo tutti gli Stati membri a trasporre queste norme nelle rispettivi ordinamenti il più rapidamente possibile”, ha affermato Dombrovskis.

Dombrovskis ha annunciato che la Commissione Ue aprirà presto un tavolo con tutte le parti interessate per fare il punto sulle criptovalute e prendere “rapidamente” delle decisioni. Per ora al centro dell’attenzione c’è la difesa dei consumatori, ma l’attenzione dell’esecutivo Ue potrebbe allargarsi alla vigilanza sui comportamenti illegali, in particolare il riciclaggio di denaro, e all’adeguamento dei sistemi d’allarme per la stabilità finanziaria.

“Non vorrei essere frainteso”, ha aggiunto il vicepresidente della Commissione: “L’Ue deve sfruttare le opportunità della blockchain ma dobbiamo essere vigili e impedire che le criptovalute diventino un mezzo per condotte illegali. In dicembre ho scritto alle autorità di vigilanza europee chiedendo loro di aggiornare i loro avvertimenti, nella prospettiva della stabilità finanziaria e della protezione dei consumatori”.

Cerca di spegnere le polemiche e smorzare gli allarmi Miguel Angel Gurrìa, segretario generale dell’Osce, che in un colloquio con l’agenza Ansa ha detto: “Siamo ancora agli inizi sulle criptovalute, non diamo loro tanto peso. Dobbiamo assicuraci che valute come bitcoin siano usate per scopi legittimi, ma non è questo il problema principale. Forse c’è una bolla speculativa, ma non influenzerà certo l’economia mondiale. Assicuriamoci semplicemente che le autorità abbiano sufficiente controllo per proteggere il pubblico”.

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