IL CASO

Cashback, lunga lista di anomalie: interviene PagoPA. Ma quando finirà la fase “test”?

In una nota l’azienda che ha in capo la gestione del Piano – attraverso l’applicazione dei servizi pubblici – prova a sciogliere i nodi a seguito delle numerose segnalazioni degli utenti. E rassicura: “Ritardi nella visualizzazione delle transazioni non inficiano il diritto al rimborso”. Ma ai cittadini si chiede troppo: procedure complesse e bisogna persino conservare gli scontrini

Pubblicato il 22 Gen 2021

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Alla fine è stata necessaria una nota. In cui sono state messe nero su bianco tutte le questioni tecniche che stanno rallentando o addirittura “oscurando” le transazioni effettuate con carte di credito e bancomat legate al Piano Cashback, il piano del governo che consente di ottenere rimborsi sulle spese effettuate (qui la guida CorCom per iscriversi al programma)

PagoPA, la società che ha in capo l’app IO – l’applicazione dei servizi pubblici selezionata per la gestione del Cashback – esce allo scoperto dopo i disservizi, numerosissimi, che si sono verificati nella fase sperimentale, quella dall’8 al 31 dicembre, e che continuano a tenere banco anche dall’entrata a regime, alias dal primo gennaio.

“Alla luce delle segnalazioni dei partecipanti che evidenziano come tema principale la non visualizzazione sull’app IO di transazioni effettuate per il Cashback, è opportuno riepilogarne le motivazioni posto che il mancato conteggio di alcune operazioni corrisponde esclusivamente a casi circoscritti. Si tratta di tempistiche tecniche indipendenti dall’app IO e che in nessun modo inficiano sull’eventuale diritto al rimborso. In questi casi, le transazioni valide per il Cashback saranno sempre recuperate dal sistema”, puntualizza PagoPA.

Ma veniamo alle lista, lunga e complessa, delle questioni sul piatto: ritardi e anomalie sono imputabili a cause relative all’implementazione del programma e ai tempi di acquisizione delle transazioni. Questioni tecniche che sarebbe stato bene affrontare prima della partenza del programma. E che invece hanno provocato e continuano a provocare una lunga lista di segnalazioni, attraverso la chat dell’App IO (che si limita però a fornire risposte pre-compilate e automatizzate) e sui social network.

Riguardo all’implementazione del programma, PagoPA puntualizza che “una transazione potrebbe non essere stata riconosciuta perché gestita tramite Acquirer non ancora convenzionati; si tratta dei soggetti che forniscono i dispositivi di accettazione  (come i POS)  agli esercizi commerciali”.  “Oppure la transazione potrebbe non essere stata registrata perché avvenuta attraverso uno strumento di pagamento che al momento non è ancora possibile registrare per il Cashback, ad esempio una carta valida sia come PagoBancomat sia come carta di debito sul secondo circuito; app come Apple Pay, Google Pay o simili.

La questione delle carte co-badge, quelle a doppio circuito ossia che integrano anche il Pagobancomat è decisamente la più grave considerato che bisogna caricare una sola carta due volte – una procedura tecnica a dir poco paradossale – per potersi veder riconoscere le spese effettuate sui due circuiti. Un’anomalia che provoca la mancata registrazione di numerose transazioni effettuate dai cittadini.

Poi ci sono le questioni legate alle tempistiche: “Di norma, prima che un acquisto sia visualizzato sull’app IO ai fini del Cashback, deve essere contabilizzato dalla banca; in media, possono passare tre giorni lavorativi dalla sua contabilizzazione, ma in alcuni casi possono occorrere tempi più lunghi, ad esempio se l’acquisto avviene a ridosso del weekend o durante festività – spiega PagoPA -. In altri casi, la non visualizzazione può essere condizionata da rallentamenti all’effettiva ricezione nel sistema Cashback delle transazioni inviate dagli Acquirer a PagoPA”.

Last but non least la conservazione dello scontrino cartaceo, in totale contrasto con la misura “digitale”: “L’indicazione di fornire copia dello scontrino Pos – suggerita dal servizio di assistenza dell’app IO in risposta ai partecipanti al Cashback che lamentano di non vedere alcune transazioni ritenute valide ai fini del rimborso – è una soluzione temporanea, adottata con un obiettivo specifico: consentire, nelle settimane della fase sperimentale (Extra Cashback di Natale) di effettuare verifiche ad hoc per individuare possibili casistiche anomale o non note prima dell’avvio del programma; poter offrire una rassicurazione ulteriore agli utenti circa l’opportunità di indagare possibili casi residuali, in un momento in cui non sono ancora comprese da tutti i partecipanti le dinamiche di acquisizione delle transazioni che contribuiscono al calcolo dei rimborsi”.

PagoPA assicura che “questa soluzione temporanea rimarrà disponibile fino all’introduzione della funzionalità sull’app IO che sarà implementata progressivamente insieme alle banche e permetterà agli utenti di attivare ai fini del Cashback anche la carta di debito sul secondo circuito della propria carta PagoBancomat”.

A questo punto ci si chiede quando finirà la fase “sperimentale”, visto che ad oggi tutte le questioni sono ancora aperte.

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