IL CASO

Allarme hacker in Banca d’Italia: allertati i dipendenti, pc spenti per evitare fughe di dati

Problemi nel quartier generale di Roma con l’uso delle e-mail e delle piattaforme interne, ma potrebbe trattarsi anche di un guasto tecnico. Si indaga sui malfunzionamenti

Pubblicato il 23 Apr 2021

A. S.

visco

A far scattare l’allarme nel quartier generale della Banca d’Italia, a Roma, è stato questa mattina il fatto che i dipendenti abbiano riscontrato problemi con i loro personal computer e nell’utilizzare le e-mail. Un “sintomo” che ha immediatamente alimentato negli addetti alla security di Bankitalia la preoccupazione di un attacco hacker. A dare la notizia è Bloomberg, che cita fonti anonime a conoscenza dei fatti. Secondo la ricostruzione della media company statunitense il dipartimento IT di Bankitalia, appena venuto a conoscenza dei problemi, avrebbe chiesto ai dipendenti di spegnere i computer e di rimanere in attesa di ulteriori istruzioni, senza fornire loro ulteriori spiegazioni. Nonostante rimanga in campo l’ipotesi che a provocare i problemi sia stato un semplice guasto, la Banca Centrale ha adottato tutte le precauzioni in attesa che le cause vengano accertate dai tecnici, che stanno lavorando – conferma a Bloomberg un portavoce della Banca centrale italiana – per ricostruire l’accaduto.

Proprio ieri il governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, era intervenuto al webinar “La transizione digitale nel credito”, organizzato nell’ambito delle manifestazioni del Fintech-Milano Hub. “Quello che sta coinvolgendo il mondo del credito e della finanza è un cambiamento rapido, trainato dal digitale, in cui per le aziende del settore sarà fondamentale sviluppare e consolidare la capacità di innovare per mantenere la competitività in un momento in cui i mercati stanno dando vita a una robusta riorganizzazione”.

“La transizione digitale nel credito è irreversibile e coinvolge tutte le fasi della gestione dei finanziamenti – sottolinea Visco – dalla concessione al rimborso, inclusi gli interventi sui prestiti problematici. L’innovazione tecnologica consente di ridurre i costi di ingresso sul mercato in segmenti specifici dell’offerta di credito, dai mutui al factoring, ai prestiti personali, e di sviluppare forme di finanziamento ‘disintermediate’, quali quelle del crowdfunding”.

Il mercato si sta inoltre caratterizzando, spiega Visco, per l’ingresso di nuovi player e lo sviluppo di modelli di offerta innovativi, circostanze che stanno “spingendo gli intermediari tradizionali a rivedere gli assetti organizzativi, soprattutto con riferimento alla loro presenza fisica e al disegno dei sistemi informativi. E’ difficile prevedere quale sarà l’esito della riorganizzazione dei mercati – prosegue il governatore di Bankitalia – ma la capacità di innovare rapidamente e di costruire modelli di attività robusti e in grado di essere riprodotti su scala cresce”.

Visco ha anche puntato l’attenzione sulle tecnologie d’avanguardia nel mondo del credito e del fintech: “Le applicazioni che si avvalgono dei big data e dell’intelligenza artificiale consentono di rispondere alla domanda di servizi finanziari e di migliorare la capacità di valutare i rischi – afferma – Al contempo, la complessità di queste applicazioni comporta rischi non giustificabili di discriminazioni e di uso improprio dei dati personali’.

Per evitare i rischi che derivano da questo utilizzo improprio delle tecnologie è necessario, secondo il governatore della Banca d’Italia, “rivedere le regole e i modelli di vigilanza sui rischi. La comunità internazionale, sebbene con passo diseguale, sta aggiornando le vecchie norme e ne sta introducendo di nuove. Le istituzioni europee sono particolarmente attive nella nuova classificazione dei rischi e nell’individuazione degli strumenti per contenerli: proprio ieri è stata pubblicata la proposta quadro della Commissione europea per un corretto utilizzo dell’intelligenza artificiale”.

Ma non bisogna perdere di vista le opportunità che il digitale mette a disposizione del comparto finanziario. La digitalizzazione del credito infatti consente di “contribuire a una maggiore inclusione finanziaria e alla costruzione di un sistema finanziario più sostenibile”, anche se “affinché questi potenziali guadagni si concretizzino è necessario gestire i rischi che le nuove tecnologie portano con se”. Una parte importante di questi rischi riguarda “la protezione dell’integrità dei dati e dei processi aziendali”, ma anche “la tutela dei consumatori e dei loro dati, nella consapevolezza che il consolidamento della fiducia nell’innovazione è un fattore fondamentale per la stabilità del sistema finanziario”.

Le nuove tecnologie, sottolinea Visco, “ridefiniscono anche l’organizzazione dei perimetri aziendali, con un crescente ricorso all’esternalizzazione di fasi rilevanti dei processi produttivi, dalla conservazione dei dati ai sistemi informatici. Ne consegue una configurazione dei rischi operativi nuova, più articolata e più complessa, che interessa la pianificazione della business continuity, la sicurezza cibernetica, la protezione delle informazioni e la resilienza operativa”. “La digitalizzazione della finanza – conclude – rappresenta solo una parte, pur rilevante, del più generale processo di transizione digitale della nostra società. Questo costituisce una leva di crescita oramai imprescindibile per sostenere la ripresa delle economie, così duramente colpite dalla crisi pandemica. Ma i benefici saranno diffusi solo se sapremo governarne i rischi”.

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